Limbiate (Monza Brianza) - Una chiesa antichissima sconsacrata da secoli, trasformata in officina per decenni ed ora diventata ‘tempio’ della bicicletta.
Quello inaugurato domenica a Limbiate non si può definire semplicemente “museo“, è un vero e proprio luogo del cuore, della passione, dell’entusiasmo e della voglia di stare insieme per far vivere i ricordi. La ‘Chiesetta delle biciclette’, in via Mazzini 5, pieno centro storico di Limbiate, è il frutto dell’impegno di Adriano Vettorato e di sua moglie Elisa Romanò, che hanno saputo trasformare un momento di difficoltà in una grande opportunità: “Nel 2019 mi è stata diagnosticata una malattia neurodegenerativa, non ho potuto più continuare il mio lavoro, sono invalido al 100%, così ho pensato di dedicarmi alla passione per la storia della bicicletta, che condivido con mia moglie fin dalla prima partecipazione alla Eroica, la gara di bici storiche che si svolge in Toscana” racconta Adriano, 54 anni, ex tecnico installatore di spillatrici per la birra.
Ha iniziato a collezionare modelli in casa, restaurandoli fedelmente per riportarli allo splendore originale, dopo averli ritirati in casa di amici e conoscenti, acquistati nei mercatini oppure online in tutta Italia ma anche con viaggi in Francia, Belgio, Inghilterra e Germania. Poi ho scoperto questo luogo incredibile di cui, pur essendo nato a Limbiate, non conoscevo la storia, una chiesa del XIII secolo, la prima costruita a Limbiate, di cui crollò il campanile più di cent’anni fa, fu sconsacrata e poi trasformata in officina meccanica per anni, mantenendo però l’abside in stile romanico. Così l’abbiamo acquistata per farne un museo speciale, con l’ambizione di trasformarlo in un luogo d’incontro e socialità”.
L’abside infatti è stato trasformato in una accogliente sala lettura, che può ospitare presentazioni di libri, momenti di confronto o altre iniziative culturali. Mentre nella parte più ampia sono esposti oltre 70 modelli di biciclette, di quello che Vettorato considera “Il secolo d’oro“ delle due ruote, dal 1850 al 1950, prima che la diffusione su larga scala del motore per i mezzi di trasporto a 2 o 4 ruote le togliesse l’esclusività. “Ma la bicicletta non passerà mai di moda, perché è l’unico mezzo perfetto, completo, che non ha bisogno di altro per muoversi. Basta un panino e una bevanda per percorrere anche 100 chiolometri” sottolinea Vettorato.
In mostra ci sono alcune ‘chicche’ per collezionisti come una Bianchi Medusa del 1914, un biciclo da corsa del 1870 proveniente dalla Cornovaglia, una “autarchica“ di legno e alluminio per sopperire alla mancanza di ferro, di fine anni ‘30 e poi una federe riproduzione della “draisina“, invenzione di Karl Drais del 1816. Per l’inaugurazione, l’altra sera, oltre al sindaco di Limbate Antonio Romeo e alla banda cittadina, c’erano amici della famiglia Vettorato in meravigliosi abiti d’epoca.
“Mi piace l’idea di raccontare la bicicletta come strumento che ha accompagnato l’evoluzione sociale, non solo un mezzo di trasporto, ma una compagna di vita” chiosa Adriano Vettorato. Il museo è visitabile a piccoli gruppi, previa prenotazione con ingresso gratuito e offerta libera. Informazioni più approfondite e prenotazioni sono possibili chiamando al numero di telefono 339.10.01.822.