ALESSANDRO CRISAFULLI
Cronaca

Maltempo in Brianza, l’incubo del torrente Tarò: "Qui nessuno ci ascolta"

Giornata di massima allerta a Meda, col fiato sospeso gli abitanti lungo l’argine: "La Regione ha bocciato le barriere, interventi rimandati di due anni"

L’incubo del torrente Tarò: "Qui nessuno ci ascolta"

Nel 2023 l’esondazione mise in ginocchio la città, creando danni e disagi

Meda (Monza e Brianza) – Situazione di massima allerta a Meda. Sguardo fisso verso il Tarò. Il ricordo del 31 ottobre 2023 è ancora troppo fresco. Impossibile archiviare del tutto l’esondazione che mise in ginocchio la città, creando danni e disagi (nella foto). Le copiose precipitazioni degli ultimi giorni hanno fatto risalire il torrente ai livelli di guardia. Facendo venire i brividi in particolare alle famiglie che vivono nelle aree tra via Rho e via Dei Mille. Il piano di prevenzione e sicurezza è scattato tempestivamente: in via precauzionale il Comune, attraverso la polizia locale e i volontari della protezione civile, ha chiuso alcune strade, il ponte di via Rho e il ponticello pedonale di via Solferino.

"Abbiamo avuto alcune tracimazioni nelle aree dove gli argini sono più bassi – spiega Gianni Del Pero, geologo medese e presidente del Wwf Lombardia – e dove le proposte di intervento, cioè rinforzi arginali di 50 centimetri realizzati a spese dei residenti, si sono scontrate con il parere negativo di Regione Lombardia e Aipo, l’Agenzia interregionale per il Fiume Po, che rinviano la soluzione del problema a futuri interventi previsti non prima del 2026-2027".

I cittadini si sono dovuti arrangiare per il momento con delle soluzioni fai da te, ormai pronte all’uso ma non certo ottimali. Per fortuna, nonostante il livello dell’acqua sia cresciuto notevolmente, il torrente non è esondato e con il passare delle ore ha smesso di piovere ed è tornato a splendere il sole. Facendo tirare a tutti un sospiro di sollievo. Anche le previsioni per i prossimi giorni sembrano essere positive.

Dovrebbero rimanere un ricordo, quindi, le operazioni per spalare dello scorso anno, quando ai bordi delle strade si accumularono pezzi di vita ormai da buttare: elettrodomestici, materassi, divani, mobiletti in legno. Impossibile salvarli. Tutto è finito sommerso. Il sindaco, Luca Santambrogio, già un anno fa puntò il dito contro Aipo: "Con loro negli anni passati abbiamo avuto molti contatti, ma mai una risposta in grado di risolvere i problemi una volta per tutte. Noi manteniamo il reticolo minore, loro non intervengono sul reticolo primario". A distanza di un anno poco, o niente, sembra cambiato.