Più di una coltellata, presumibilmente almeno due, al petto e al collo. Una rabbia covata da tempo esplosa in un attimo sulle scale di una villetta nel cuore della Brianza. Giovanna Chinnici, nata a Milano, aveva appena compiuto il 14 ottobre 63 anni. Non ha fatto in tempo ad arrivare in ospedale, è morta per le ferite che le erano state appena inferte dal cognato, Giuseppe Caputo, originario di Casoria, nella città metropolitana di Napoli, 62 anni. Un omicidio in ambito familiare ieri nel primissimo pomeriggio a Nova Milanese. Dalle poche notizie trapelate, si sa che nella palazzina di tre piani di via Magellano 4, una stradina chiusa di Nova Milanese, vivono i componenti di tre nuclei, tutti facenti parte della stessa famiglia. Ci sono vecchie ruggini, liti pregresse tenute a bada fino a poco tempo fa dalla presenza del capostipite.
Dopo la sua morte, però, non era rimasto più nessuno a fare da argine, la moglie è molto malata, e le liti esplodono. Sembra che le discussioni siano molto frequenti. Quasi quotidiane. Si parla di denunce e controdenunce per stalking condominiale, di telecamere messe per corroborare le accuse reciproche.
Ieri intorno alle 13 il punto di non ritorno. Sembra che una ragazza di 28 anni parcheggi dove il presunto omicida, lo zio, non avrebbe voluto.
L’uomo che vive al secondo piano, scende al primo, urlando nei confronti della ragazza. È armato di un coltello, sembra da cucina. La ferisce. Nello spazio comune, sul pianerottolo fra le scale, viene raggiunto anche dalla mamma della ragazza, sua cognata, scesa a prendere le difese della figlia. E l’uomo si avventa contro di lei. Sferra più di una coltellata, almeno due, al petto e al collo, nei confronti della cognata. La donna stramazza a terra in una pozza di sangue. Subito soccorsa, il viaggio in ospedale si rivelerà inutile. Il cognato, dopo essere stato portato in caserma a Nova Milanese, viene arrestato dai carabinieri della Compagnia di Desio con l’accusa di omicidio (la cognata) e tentato omicidio (la nipote).
Non si esclude che gli venga contestata anche la premeditazione, se verrà provato che l’uomo sarebbe tornato in casa dopo il primo alterco per procurarsi il coltello. La sostituta procuratrice di turno della Procura di Monza, Sara Mantovani, è intervenuto sul posto assumendo la direzione delle indagini. I militari del Nucleo investigativo del comando provinciale di Monza hanno effettuato i rilievi tecnici sulla scena del crimine e hanno sequestrato l’arma del delitto.