Villasanta (Monza) – La natura in questi anni piano piano si è riappropriata degli spazi un tempo della raffineria. E oggi, ad oltre 14 anni da quel disastro ambientale, una grande area è stata invasa dalla vegetazione spontanea e dall’arrivo di animali selvatici. E così gli ambientalisti vorrebbero che rimanesse: e lo scrivono nero su bianco nelle osservazioni alla Variante al Pgt 2024.
Trasformare il luogo del disastro ambientale in un parco, una sorta di risarcimento verso il paese. Lo chiede Il Coordinamento ambientalista Osservatorio Ptcp di Monza e Brianza, che da tempo si occupa del consumo di suolo nel territorio e, laddove, ne ha la possibilità, segue la pianificazione comunale intervenendo con suggerimenti, proposte o osservazioni durante le fasi che caratterizzano le varianti o l’elaborazione di nuovi piani di governo del territorio. E così ha fatto a Villasanta. La giunta Ornago ribadisce il netto no alla cementificazione e al mantenimento del corridoio verde.
Una posizione appoggiata anche da Coordinamento e dal circolo Legambiente di Monza che invita a "non cedere alle pretese volumetriche della curatela e di designare più superficie a bosco urbano, consentendo esclusivamente attività compatibili con tale destinazione, evitando una pianificazione centrata su produttivo, commercio, terziario e residenziale". In quell’area che per anni ha ospitato la raffineria si potrebbe sperimentare una "bonifica a mezzo di fitodepurazione e fitorimedio dei suoli, appoggiandosi a centri studi universitari e ad enti che hanno già operato in situazioni simili con positivi risultati".
Gli ambientalisti invitano a realizzare il progetto attraverso una rete di collaborazione con la Regione e con altri enti pubblici. "Sarebbe una restituzione di un bene comune alla collettività – precisano –. Per raggiungere l’obiettivo dell’acquisizione al pubblico dell’area, servirebbe una rivalsa degli enti pubblici sui crediti accumulati nel tempo anche a mezzo di equo indennizzo con una trattativa bonaria in pareggio debiti-crediti". Infine le aree a est dell’ex raffineria, secondo il Pgt "non soggette a trasformazione urbanistica", dovrebbero essere ricomprese nel Parco Regionale della Valle del Lambro.