
L’incidente sul lavoro era costato la vita all’operaio Frederico Neves Bastos
Due richieste di condanna a 4 anni di reclusione ciascuno e una richiesta di assoluzione per l’incidente sul lavoro che il 10 marzo del 2022 è costato la vita a Frederico Neves Bastos, 33 anni, operaio di origini brasiliane residente a Casazza, nella Bergamasca. L’uomo era caduto dal cestello della gru, a un’altezza di 40 metri, dopo essere stato colpito da un palo del peso di oltre una tonnellata che stavano issando per la sostituzione delle antenne per i telefoni cellulari di Vodafone. È l’esito della requisitoria presentata al processo al tribunale di Monza dal pm Flaminio Forieri, che ha ritenuto colpevoli di omicidio colposo il titolare dell’impresa che aveva preso in subappalto il posizionamento del palo e il gruista che stava manovrando il mezzo, mentre ha sgravato di responsabilità il titolare della ditta che si occupava dello smontaggio e rimontaggio dei pali a terra prima di sollevarli. Sotto accusa le fasce usate per imbragare il palo per il sollevamento. "La causa della caduta del palo è riconducibile al grave stato di degrado delle fasce, che presentavano una profonda usura, erano sfibrate, sfilacciate e che probabilmente si sono tagliate al contatto con i profili ruvidi del palo - ha sostenuto il pm -. Le condizioni di quelle fasce erano ben visibili anche all’occhio di chi non è un esperto e non dovevano essere fornite dalla ditta e utilizzate dal gruista, che le aveva provate perché erano più lunghe di quelle usate per il posizionamento dei primi due pali che, nel venire issati, avevano presentato delle oscillazioni che rischiavano di danneggiare le antenne". Al processo si sono costituiti parti civili i familiari della vittima per ottenere un risarcimento dei danni.
"Nell’operazione precedente, nel momento del sollevamento, il palo si era rovesciato quindi quella volta è stato imbragato con delle fasce. Erano scolorite, pelose. Frederico, quando le ha viste, ha detto che non gli piacevano per niente. Il palo è stato imbragato e sollevato dalla gru, poi è accaduta la tragedia", ha ricostruito in aula l’imputato, ora pensionato, per cui la Procura ha chiesto l’assoluzione. Nell’infortunio era stato coinvolto anche un altro operaio, un ragazzo italiano di 26 anni. "Io ero solo il gruista, non avevo potere decisionale - sostiene l’operatore che ora rischia la pena di 4 anni -. Il mio compito era sollevare il palo e ho usato le fasce che l’azienda mi ha dato in dotazione". Si torna in aula a marzo per le arringhe dei difensori.
S.T.