BARBARA CALDEROLA
Cronaca

L’impero Rovagnati piange Lorenzo, decapitata la dinastia dei prosciutti: era l’orgoglio della Brianza

Le consegne in bicicletta del fondatore Paolo e poi il successo, fino allo stabilimento in America. Il colosso alimentare, 335 milioni di fatturato e 1.200 dipendenti. Sette gli stabilimenti: Biassono, Villasanta, Arcore, Felino, Faenza, Sala Baganza più Vineland

Lorenzo Rovagnati aveva 42 anni ed era l’ad dell’azienda di famiglia Mercoledì è morto con due piloti nello schianto del suo elicottero in provincia di Parma

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BIASSONO – Dall’epopea alla tragedia, una parabola che nessuno poteva immaginare investe il colosso del Gran Biscotto come uno tsunami: la morte di Lorenzo Rovagnati (nella foto) e dei suoi due piloti nell’incidente con l’elicottero nel Parmense segnerà inevitabilmente un prima e un dopo. Anche se mercoledì nelle diverse fabbriche brianzole del marchio dei salumi brianzolo noto in tutto il mondo ogni cosa è andata avanti come sempre.

Sull’impero alimentare, 335 milioni di fatturato, 1.200 dipendenti, calano sgomento e incertezza. La notizia della sua fine ha seminato dolore, incredulità e aperto inevitabili domande sul futuro. E tutti, qui, oggi, si fanno scudo con la storia del marchio, che man mano che il tempo passa, ha assunto il sapore della leggenda. E sperano che sia l’antidoto capace di proiettarli ancora una volta avanti.

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Come quando il fondatore Paolo, negli anni Cinquanta, facendo le consegne in bicicletta per la bottega di famiglia di formaggi e burro, intuì che bisognava buttarsi sui salumi e investì tutto in questa direzione, creando una delle realtà industriali più famose del settore e del Paese.

E oggi punto di riferimento anche all’estero. Il colosso degli insaccati nel passaggio di generazione ha aperto ai manager, ma la famiglia, finora, ha sempre mantenuto salde le redini. Da governare ci sono sei stabilimenti: Biassono, Villasanta, Arcore, Felino, Faenza, Sala Baganza. Un settimo in America, a Vineland, nel New Jersey, aperto nel 2021. Più sette allevamenti. Cosa succederà, adesso? “Contiamo sull’impegno della famiglia. Ma la tragedia prima di tutto è umana”, dicono i dipendenti. Mentre l’azienda affida a una nota di poche righe “il dolore che colpisce l’intera comunità Rovagnati”.

Anche qui, nel cuore industriale di Biassono, dove tutto è cominciato, si torna alle radici, alla filosofia di Paolo, il fondatore, “la qualità è sempre la risposta migliore”. È il filo rosso che ha unito tutte le fasi di crescita, dal successo in Italia consacrato dagli sport di Mike Bongiorno al primo impianto all’estero, nel Ney Jersey.

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Un altro capitolo dell’espansione internazionale cominciata con le esportazioni in Europa e oltre i confini del Vecchio Continente. Lorenzo e il fratello Ferruccio e mamma Claudia avevano raccolto l’eredità del padre, ma dopo la disgrazia si apre una nuova fase. La famiglia è chiusa in un dolore che nessuna parola può raccontare. Per lui che non c’è più, per la moglie Federica, per i due bambini della coppia e per il terzo atteso a giorni che non conoscerà mai il papà.