
Edda Caruso si è spenta a 94 anni stretta nell’affetto della sua famiglia
La conoscevano tutti. È morta “la sciura Edda“, per una vita presenza assidua del centro storico, vecchietta gentile armata di carrello della spesa su cui si appoggiava per camminare meglio e regalare gentilezze, anche se negli ultimi tempi, un po’ per l’età e le condizioni fisiche, si era ritirata a casa del figlio.
È morta Edda Caruso, monzese doc, 94 anni. Tutti la conoscevano come “la figlia” del Papa delle Calze, storico negozio del centro storico. Qualche anno fa, si era inventata anche un servizio di consegna express, una sorta di corriere a domicilio per chi non aveva tempo di andare a fare la spesa. Un modo soprattutto per rimanere sempre all’aria aperta e chiacchierare. "Mi piace stare con la gente - raccontava la signora Edda - mi piace parlare con gli altri, ho bisogno di uscire e stare all’aria aperta. Io sono giovane e scattante (e di anni ne aveva già oltre una settantina, ndr), muoversi aiuta a stare in buona salute. Di solito le persone anziane parlano solo di malattie. A casa ci sto solo per mangiare e per dormire".
Il padre Francesco era proprietario appunto del negozio all’angolo di via Vittorio Emanuele “Il Papà delle Calze”. Edda, figlia unica, dopo aver frequentato il collegio Bianconi, si era messa a dare una mano in negozio, rimasto aperto fino al 1991. Poi, aveva aperto – si fa per dire – il suo “Edda Service”. "Devo mettere da parte i soldi per quando sarò vecchia e avrò bisogno di andare in una casa di riposo - scherzava -. Lascio libere le persone di darmi quello che vogliono per il servizio e se non mi danno niente pazienza. Vedo le persone, le guardo e mi accorgo se sono serene o se portano il peso di problemi e preoccupazioni".
Seduta su una panchina di piazza Roma, incontrava i passanti e scambiava sempre due chiacchiere. L’ultima sentinella di Monza, capace di snocciolare i ricordi dell’ultima guerra mondiale a Monza, piuttosto che la storia antica del Duomo così come i cambiamenti di un’epoca che aveva mutato il tessuto sociale di una città. "Un pezzo di Monza - racconta dispiaciuto Lele Duse, titolare della storica farmacia affacciata sull’Arengario - Una persona buona e gentile". "E se ti incontrava con un bambino, ti chiedeva subito il suo nome e sciorinava la data dell’onomastico, li sapeva tutti come un computer" ricorda un altro commerciante.
Vedova da tempo, lascia un figlio, Massimo, due nipoti e un pronipote. Il funerale sarà in Duomo, in data ancora da stabilire.