
L’associazione Il Mosaico di Giussano si occupa di diversamente abili e legalità
Era soprattutto un generoso. Il signor Paolo Mottadelli si era sempre speso per gli altri. Dopo una vita come mobiliere, a darci dentro con cacciaviti e avvitatori elettrici, insomma gli attrezzi da lavoro, non era tipo da restare con le mani in mano. E così, quando era andato in pensione, aveva trasformato quella che era sempre stata la sua passione, vale a dire la cura dell’orto, che praticava sin da ragazzo, in qualcosa che potesse essere utile anche per gli altri.
Si era rimboccato le maniche ed era andato a insegnare come far crescere per bene un cavolo o una pianta di pomodori, un cespo di insalata o i fagiolini anche ai ragazzi diversamente abili che ogni giorno entravano in quella grande famiglia che è l’associazione Il Mosaico, da anni attiva sul territorio e dal 2017 ospitata in una villa sequestrasta alla mafia, anzi alla ’ndrangheta, nel cuore di Giussano.
E una persona così generosa non poteva non esserlo anche al momento della sua dipartita. E così, quando l’altro giorno si è spento per una spietata polmonite bilaterale fulminante diagnosticatagli qualche settimana fa e che non gli aveva lasciato scampo, i suoi famigliari non hanno avuto dubbi nel dare corso alle volontà di Paolo Mottadelli.
Le sue cornee sono state prelevate dai sanitari perché altre due persone malate potessero tornare a vedere riguadagnando una vita piena. È questa soltanto l’ultima delle importanti storie di donazioni di organi raccolte dalla sezione di Giussano dell’Aido.
Paolo Mottadelli era nato il 27 gennaio del 1940 a Mariano Comense ma viveva ormai da tempo a Giussano. Rimasto vedovo dell’amata moglie Maria Enrica nel 2022, lascia i figli Angelo e Ombretta, un fratello e un nipotino.
Nella sua vita, aveva lavorato per anni alla ditta Molteni specializzata nella produzione di mobili. Della passione per l’orto, condivisa con i ragazzi del Mosaico, abbiamo detto. Merita di essere raccontata anche la sua grande passione per il ciclismo, prima nella società Marianese e poi nei Giovani Giussanesi, di cui era stato direttore sportivo per una decina di anni. Rimasto solo nella sua casa in via Fermi, un po’ debilitato nel fisico, non era raro incontrarlo di nuovo in giro per il paese con il suo fedele deambulatore che lo aiutava a spostarsi e con il quale – racconta chi lo conosceva bene – "sembrava sfrecciare come se si trovasse in sella a una delle sue amate biciciclette".
Alla fine dello scorso febbraio aveva contratto la polmoninte acuta fulminante dalla quale non era più riuscito a riprendersi. Se ne è andato dopo pochissimi giorni di ricovero all’ospedale di Carate Brianza, dove è morto il 10 marzo scorso.
Le sue cornee sono state trasferite entro una decina di giorni alla Banca degli Occhi all’ospedale San Gerardo di Monza per il successivo trapianto.
L’Aido di Giussano coglie l’occasione per ringraziare per l’ultimo atto di generosità di Paolo Mottadelli, che costituisce la 256esima donazione registrata dall’anno di fondazione della sezione locale dell’associazione nel 1979, 144 uomini e 112 donne, con 226 donazioni di cornee e 30 di organi.