ALESSANDRO SALEMI
Cronaca

Ex Macello di Monza, che fare dell’immensa area dismessa

Attesa entro maggio la decisione della Cassazione sulla causa tra Comune e la società Hi-Senses che dura da 10 anni. L’assessore: “In caso di vittoria dovremo decidere come riqualificarla”

I capannoni e le tettoie (sotto a sinistra) dell’ex Macello in stato di abbandono

I capannoni e le tettoie (sotto a sinistra) dell’ex Macello in stato di abbandono

Monza, 24 gennaio 2025 – Entro qualche mese si saprà il destino dell’area dell’ex Macello di Monza. Manca solo l’ultimo decisivo tassello per decretare il futuro di una delle aree dismesse più grandi della città.

Ed è la sentenza di un contenzioso legale tra Comune e società Hi Senses che va avanti da più di 10 anni, dovuto al blocco del project financing firmato da quest’ultima per la riqualificazione dell’area, approvato dalla giunta Mariani e poi fermato dalla giunta Scanagatti nel 2014.

I capannoni dell’ex Macello in stato di abbandono
I capannoni dell’ex Macello in stato di abbandono

L’attesa

L’ultima udienza pubblica della complessa causa legale si è svolta lo scorso 18 dicembre, e da allora si attende un tempo dai 3 ai 5 mesi per il verdetto finale, che dovrebbe dunque arrivare entro maggio. In caso di vittoria il Comune si riapproprierebbe della parte sud dell’area, di cui attualmente non dispone.

Nel frattempo, un anno e mezzo fa, è saltato il progetto di realizzare all’ex Macello un nuovo polo scolastico, comprensivo della nuova scuola elementare Citterio e della nuova media Bellani, quest’ultima invece oggetto di ricostruzione nello stesso sito di via Foscolo in cui si trova, per un nuovo progetto del Comune, appena avviato, di 11 milioni e 800 mila euro (e una fine dei cantieri prevista entro fine 2026).

Addio bando Inail

Fu un boccone amaro per l’Amministrazione dover rinunciare ai fondi del bando Inail del progetto precedente – 9.930.784 euro –, che sarebbero andati a copertura totale dell’opera. “I fondi Inail si sono perduti perché durante l’amministrazione Allevi non fu mai consegnato un progetto di fattibilità tecnico-economica per il polo scolastico – spiega l’assessore all’urbanistica, Marco Lamperti –, più e più volte richiesto da Inail. Quest’ultima, nonostante i tentativi persuasivi da parte mia, del sindaco e del direttore generale a inizio mandato, ha deciso dunque di ridestinarli per progetti in altri Comuni”.

Il futuro

Una volta arrivata la sentenza, però, resta da capire cosa fare dell’enorme area di 40mila metri quadrati, attualmente adagiata in uno stato di abbandono tra le vie Mentana, Procaccini e Buonarroti. L’assessore Lamperti in merito preferisce non sbilanciarsi.

“Prima di potermi esprimere serve un progetto – chiarisce l’assessore –, e in base a quello si può determinare anche che tipo di bonifica fare. Sicuramente ascolteremo i cittadini del quartiere e le richieste della città. Le idee che sono emerse durante i nostri anni di mandato sono state tante, ma per essere tradotte andrebbe verificata prima la finanziabilità”. È dunque ancora presto per parlare di un masterplan per l’ex Macello.

Le ipotesi

Ma la conclusione, entro qualche mese, della controversia legale permetterà quanto meno di ripensare a un riuso dell’area per funzioni pubbliche. Il primo scoglio sarà provvedere a una bonifica del sottosuolo, che è già stata stimata in passato con costi intorno a 2 milioni di euro. Poi spazio alle proposte e alla fantasia. I cittadini della Consulta Regina Pacis-San Donato, i residenti e i commercianti hanno suggerito negli ultimi tempi alcune possibili destinazioni, quali innanzitutto un ampio riuso del suolo per verde pubblico, con un grande parco attrezzato aperto alla città.

Poi c’è chi ha proposto l’edificazione di un centro comunale con aule studio e di co-working, una grande area feste su modello di quella di Brugherio, o ancora una casa di riposo per anziani.

Allo stato attuale, l’enorme area dismessa è in stato di fatiscenza e abbandono. Lo sa bene il Cral del Comune di Monza che ha ancora qui la sua sede nonostante la scadenza da un anno e mezzo del contratto di affitto col Comune, per cui non ha più allacciamento di gas e ha subìto furti di rame.

Tra qualche tempo, potrebbe riprendere vita il gattile che fu aperto due anni e mezzo fa per essere chiuso qualche mese più tardi. Per questo si attende che vada ad aggiudicazione il bando aperto dall’Amministrazione a dicembre.