Desio, 30 novembre 2024 – “Atti di violenza fisica e psicologica” nei confronti dei bambini della sua classe, compiuti “con cadenza abituale”. Percosse, strattoni, comportamenti restrittivi, persino il divieto di recarsi in bagno durante il pranzo, con il risultato che qualcuno avrebbe finito per farsi la pipì addosso.
Sono le accuse di cui deve rispondere A.G., una maestra ora 62enne della scuola materna Sacro Cuore di Desio, chiamata ora a rispondere di maltrattamenti davanti al Tribunale di Monza. Il processo, che si è aperto con la costituzione di parte civile della Fondazione Opera Pia Sacro Cuore di Gesù presieduta da monsignor Mauro Barlassina, a cui fa riferimento la scuola, ma anche di alcuni A GIUDIZIO a favore dei propri figlioletti, entrerà nel vivo a giugno con le prime di tante testimonianze portate dalla pubblica accusa, ma anche dai rappresentanti di parte civile e della difesa dell’imputata, che nega di avere maltrattato i suoi alunni e ha scelto il dibattimento per dimostrare, a suo dire, la sua innocenza.
I fatti
Nel 2022 A.G., per anni dipendente dell’asilo, era stata licenziata dalla scuola, che aveva presentato una denuncia poi arrivata sul tavolo della Procura e diventata un rinvio a giudizio. I reati contestati all’insegnante, sarebbero iniziati prima del 2020 e durati fino alla primavera di due anni dopo quando la donna è stata allontanata.
Secondo l’accusa la maestra avrebbe tenuto i bambini a lei affidati in uno stato di soggezione, con manifestazioni di disagio e malessere che si sarebbero manifestati da parte di alcuni di loro, anche piccoli diversamente abili. Sul capo di imputazione è indicato che “li percuoteva afferrandoli violentemente per le braccia e conducendoli all’interno della classe” e vengono indicati strattonamenti e pure imposizioni, come il divieto di parlare tra di loro, di giocare e di muoversi da tavola durante il pranzo, anche se manifestavano la necessità di andare in bagno.
Oppure l’obbligo di restare seduti sul tappeto fino a quando l’insegnante dava loro l’ordine che potevano alzarsi. Le segnalazioni erano partite da alcuni bambini e arrivate ai loro genitori e poi alla presidenza della scuola, che aveva deciso di denunciarle e licenziare l’insegnante. Di un metodo educativo soltanto un po’ più rigido parla invece la difesa dell’imputata, che respinge con fermezza di avere mai voluto maltrattare i suoi piccoli alunni e che dalla sua parte ha schierata un’altra frangia di genitori e bambini che l’hanno sempre ritenuta una brava maestra.