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Il direttore artistico Corrado Accordino e la Compagnia Teatro Binario 7 ripropongono il romanzo “Il Mondo nuovo“ al pubblico
Tempi difficili quelli del primo secolo del “nuovo“ millennio, che poi tanto nuovo non è. Lo preannunciava già nel 1932 Aldous Huxley nel romanzo distopico “Il Mondo nuovo“. Visti gli eventi difficili dei nostri giorni, Corrado Accordino, direttore artistico, e la Compagnia Teatro Binario 7 ripropongono il romanzo distopico al pubblico, invitandolo a immaginare un futuro migliore. Parte dalla lucida preveggenza di Huxley nel delineare i temi fondamentali della vita moderna: la procreazione in vitro, la libertà sessuale, le droghe di stato, le gerarchie sociali, la felicità indotta dal consumismo, sacrificando la libertà personale.
Debutta domani alle 21 la nuova produzione del Binario 7, “Il mondo nuovo“, drammaturgia e regia di Corrado Accordino. Prosegue venerdì e sabato alle 21 e domenica alle 16 in sala Chaplin. In un’ora e mezza di spettacolo Accordino condensa un romanzo graffiante di 200 pagine, in una performance altrettanto caustica che parla di mancanza di indipendenza del pensiero critico. "Mi affascina e mi inquieta questo paradiso artificiale – racconta Accordino – in cui sono tutti felici allo stesso modo, in una realtà fatta di desideri tutti uguali volti al consumismo. Un contesto in cui si produce, si consuma e si butta, per poi produrre nuovamente".
Un mondo fatto di manipolazione mediatica e consumistica. "Come nel romanzo – avverte il regista –. Siamo tutti succubi di condizionamenti subliminali e psicologici che ci fanno desiderare cose su cose, che ci impongono di classificare il mondo in buoni e cattivi, in classi primarie, secondarie ed emarginati, che ci rendono schiavi di zuccheri e farmaci fin dall’infanzia, seguaci del dio cibo e del sorriso felice sui social". Il regista crea un mondo seduttivo e sensuale, dove tutti sono appagati sessualmente.
A confondere le certezze condivise arrivano due personaggi selvaggi che mettono in dubbio lo stile di vita del Mondo nuovo. E lì nasce il conflitto. In scena Daniele Ornatelli, Alessia Vicardi, Silvia Rubino e Alberto Viscardi, oltre ad alcuni allievi della scuola, selezionati per un’esperienza professionale. L’allestimento di Maria Chiara Vitali presenta un paese delle meraviglie con enormi orologi che battono il tempo del condizionamento e un mondo floreale, per raccontare il finto paradiso. A scandire la pressione psicologica, la musica psichedelica dei Pink Floyd e dei Fontaines D.C. che si stempera nel quotidiano edonistico, marcato dalla musica spensierata anni ‘50 e ‘60.