di Stefania Totaro
Accampano giustificazioni e scuse diverse per non presentarsi a testimoniare al processo le presunte vittime di Tiziana Morandi.
Ma più che gli impegni improrogabili o la lontananza dal Tribunale di Monza (alcuni risiedono nelle province di Avellino e di Bolzano) la ragione sembra essere la vergogna di ammettere di essersi fatti attirare nella ragnatela della cosiddetta “mantide della Brianza“, la 47enne di Roncello imputata di avere narcotizzato e derubato una decina di uomini tra i 27 e gli 84 anni.
La stessa motivazione che ha spinto solo una delle nove parti offese, un 28enne, a costituirsi parte civile per ottenere un risarcimento dei danni. La stessa amarezza per essersi fatti raggirare che ha fatto piangere in aula i due uomini più anziani caduti nella rete della Morandi, un 85enne e un 84enne di Busnago sentiti alla prima udienza del dibattimento, che si è svolta alla presenza dell’imputata, in carcere dal luglio scorso. Di certo non aiutano le telecamere ammesse dai giudici a seguire il dibattimento, anche se è possibile chiedere di non essere ripresi in volto. Le scuse dei testimoni convocati per questo giovedì comunque non serviranno se vogliono evitare di essere la prossima volta accompagnati al processo dai carabinieri, perché testimoniare è ritenuto un dovere e non presentarsi implica anche una multa salata. Tiziana Morandi è imputata di una ventina di reati che vanno dalla rapina alle lesioni, dall’utilizzo indebito di carte di credito alla violazione della legge sugli stupefacenti e anche di avere procurato alle vittime uno stato di incapacità di intendere e di volere con la somministrazione delle benzodiazepine. All’ammissione delle prove i pm monzesi Carlo Cinque e Giovanni Santini si sono opposti all’ammissione di due testimoni chiesti dalla difesa dell’imputata, l’avvocata Alessia Pontenani: uno psichiatra e un medico secondo cui la 47enne ha sofferto di problemi di salute fisica (di cui si sono resi conto in cella e che hanno portato al ricovero e ad un intervento chirurgico) che potrebbero avere avuto conseguenze anche sulla sua sanità mentale al momento dei fatti. Questo in vista di una richiesta di perizia psichiatrica, che però è già stata respinta dal gup monzese che ha disposto il rinvio a giudizio di Tiziana Morandi.
Il Tribunale ha ammesso i due testimoni della difesa, ma soltanto in relazione ai capi di imputazione e non come consulenti medici, in quanto la Procura non ha nominato consulenti tecnici di parte. "Forse loro volevano qualcosa di diverso e per ripicca mi hanno denunciata. Ma io facevo solo massaggi. Non ho derubato nessuno", sostiene invece la 47enne.