MARCO GALVANI
Cronaca

Marco Cappato dopo l’ischemia: “Non riuscivo a parlare, pensavo fosse stress. Devo rallentare”

La vacanza sulla neve, il malore e la scoperta di un problema cardiaco: “Non riuscivo a pronunciare bene le parole e ho dato la colpa al freddo. Lo spavento mi ha fatto riflettere: il carico di lavoro era troppo”

Marco Cappato, 52 anni, politico e attivista brianzolo, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni per i diritti civili, fondatore di Eumans e già esponente dei Radicali

“Adesso sto bene. Meglio. Sto recuperando forze ed energie perché temo che ce sarà ancora molto bisogno". Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni e presidente di Eumans – il movimento politico paneuropeo della partecipazione civica – non ha ancora smaltito la “fatica“ del ricovero in ospedale la notte di Capodanno. È uscito giovedì dall’ospedale di Aosta, è tornato a casa e ieri si è concesso di andare a trovare il papà a Vedano al Lambro, alle porte di Monza: "Oggi mi faccio coccolare".

Subito in movimento?

"Con una buona dose di calma. Sicuramente per un po’ dovrò dosare le energie, soprattutto negli spostamenti, ma resto con la solita grinta. Questo incidente di percorso non rallenterà certo la mia iniziativa politica per cambiare le cose che non vanno".

Ma torniamo a una settimana fa...

"Ero in Valle d’Aosta sulle piste da sci e a un certo punto mi sono reso conto che stavo parlando male, non riuscivo a pronunciare bene le parole. Ma se devo essere sincero non ci ho dato troppo peso. Mi sono detto “sarà colpa del freddo“. Poi, però, la situazione non è migliorata. Mi sono consultato con un medico e sono andato dritto al pronto soccorso dell’ospedale Parini di Aosta".

Adesso che il peggio è passato, cosa ricorda di quel Capodanno “alternativo“?

"Medici, infermieri e tutto il personale sono stati velocissimi. E super discreti. Niente selfie, ma solo grande cura. Anche i miei compagni di stanza. Passatemi la battuta, forse perché sono arrivato prima della mezzanotte e nessuno di noi aveva ancora brindato (ride, ndr ). Comunque non ho mai avuto paura, a parte la preoccupazione perché so cosa potrebbe voler dire il segnale di non riuscire più a parlare bene".

Un segnale?

"Io non sono superstizioso, ma certamente questi fatti ci aiutano a diventare un po’ più consapevoli. Il nostro tempo è limitato e non dobbiamo sprecarlo. Io forse in quest’ultimo periodo sono stato sfiancato dal carico di lavoro, ma poi c’è comunque un problema al cuore, un forellino che non si è chiuso alla nascita e che ha provocato il malore a Capodanno. Quindi nelle prossime settimane dovrò affrontare una piccola, ma non problematica operazione".

È già tornato a riempire la sua agenda?

"Gli impegni sono tanti. Ripeto, anche quest’anno avrò bisogno di raccogliere molte energie per continuare a portare avanti tutte le battaglie che combattiamo da anni in difesa soprattutto dei diritti civili e dell’ambiente. Temi che passano sempre in secondo e terzo piano".

Lei, invece, cosa mette in cima alla lista dei “buoni propostiti“ per il 2024?

"Sicuramente la lotta per l’eutanasia legale. Avevamo raccolto più di due milioni di firme per un referendum sul cosiddetto suicidio assistito e sulla cannabis, perché fossero i cittadini a decidere cosa vogliono per se stessi, ma poi la Consulta ce l’ha bocciato. Ormai questo non è più un tema caro solo a quella che qualcuno definisce un’élite progressista. Soprattutto il fine vita è una questione sentita sia a destra sia a sinistra".

Nella calza della Befana vorrebbe trovare qualcosa di particolare?

"Beh, politicamente parlando direi più qualità della democrazia".

Mentre Cappato oltre la politica?

"La priorità è mia figlia di 5 anni. È un impegno grandissimo che mi diverte molto giorno per giorno".