
Si torna in aula il 24 marzo. La gup del tribunale di Monza Silvia Pansini dovrà pronunciarsi sulla richiesta di confisca del cantiere di via Manara e anche sui risarcimenti dei danni chiesti dal Comune di Usmate Velate
"Il responsabile del settore territorio e ambiente era solo un tecnico e gli atti amministrativi contestati hanno avuto anche una valutazione politica o sono passati dal vaglio del Consiglio comunale". La difesa dell’ex funzionario di Usmate Velate, Antonio Colombo, nega l’accusa di corruzione secondo cui avrebbe trasformato la destinazione urbanistica, da agricola a produttiva ed edificabile, di alcune aree con un evidente aumento del loro valore economico in cambio di tangenti. Per Colombo il pm Carlo Cinque ha chiesto la condanna a 8 anni di reclusione, mentre rispettivamente 4 anni e mezzo, 2 anni e 9 mesi e 1 anno e mezzo di reclusione sono stati chiesti per gli imprenditori Galdino Magni, Antonella Cantù e Donato Magni. "La variante contestata ha seguito un iter da ritenersi legittimo - hanno sostenuto gli avvocati Raffaele Della Valle e Donatella Rapetti, difensori di Colombo, al processo con il rito abbreviato davanti alla giudice per le udienze preliminari del tribunale di Monza, Silvia Pansini - mentre la convenzione per cui Colombo è imputato di essere stato pagato alla fine ha avuto pure un esito diverso".
L’ex funzionario comunale ha invece ammesso di avere svolto anche per pratiche di privati e mediazioni il suo ruolo di geometra, facendosi pagare attraverso la società della compagna e del fratello di lei, che su questi fatti hanno deciso di patteggiare la pena dopo avere versato un risarcimento dei danni. L’avvocato Luca Ricci difende invece l’imprenditore Galdino Magni. "Il mio assistito è chiamato a rispondere di corruzione per aver versato da una società a lui facente capo somme di denaro a una società riconducibile ad Antonio Colombo, secondo il pm affinché costui compisse atti contrari ai suoi doveri d’ufficio - ha sostenuto il legale -. Secondo Magni, e lo abbiamo dimostrato, le dazioni di denaro sono da attribuire a un’attività del geometra Colombo estranea rispetto al suo ruolo di pubblico ufficiale, tra cui l’acquisto di un ex albergo a Capoliveri, sull’Isola d’Elba". Si torna in aula il 24 marzo con le ultime arringhe e la sentenza della giudice, che riguarda anche la richiesta di rinvio a giudizio degli imputati che non hanno chiesto riti alternativi come gli imprenditori Alberto Riva e Luigi Roncalli, il “geometra di Silvio Berlusconi” Francesco Calogero Magnano e il consulente Roberto Crestale. La gup dovrà pronunciarsi anche sui risarcimenti dei danni chiesti dal Comune di Usmate Velate e sulla richiesta di confisca del cantiere in via Manara, dove 24 promissari acquirenti degli appartamenti realizzati da Riva sono rimasti senza casa e senza i soldi pagati.