Una rissa, una vera e propria battaglia fra due gruppi di giovani. Botte da orbi, urla, paura. Dove? A bordo di un autobus. L’incredibile racconto arriva da Salvatore Russo, autista e paladino dei diritti di viaggiatori e colleghi sugli autobus della Brianza.
L’ex consigliere comunale riferisce il racconto raccolto fra i colleghi e confermato da diverse fotografie e da una prossima denuncia che sarà presentata dall’azienda di trasporti. Accade tutto due domeniche fa, sulla linea 221 a bordo di un autobus diretto a Carate Brianza. Sono le 21 circa quando su uno dei veicoli lunghi diciotto metri in servizio lungo quella linea scoppia una rissa.
Ci sono una decina di ragazzi fra i 20 e i 30 anni, "tutti di origine straniera" assicura l’autista. La violenza si fa preoccupante, calci e pugni si susseguono, il vetro posteriore a un certo punto viene anche sfondato probabilmente da un calcio. A bordo ci sono anche altri passeggeri in quel momento, ovviamente terrorizzati. L’autista preoccupato è costretto a fermare la corsa all’altezza di Sovico e chiama i carabinieri.
Intanto i giovinastri scendono in massa prima che arrivino le forze dell’ordine e rompono un altro vetro, questa volta laterale, nella colluttazione. Prima dell’arrivo delle forze dell’ordine, i contendenti si sono ormai tutti dileguati.
"A quel punto, l’autista è stato costretto a interrompere definitivamente la corsa e a esporre il cartello “fuori servizio”, con gli altri passeggeri costretti a rientrare a casa con altri mezzi". Poi la convlusione amareggiata.
"Mi occupo di sicurezza sugli autobus da anni - rincara Salvatore Russo -, e continuo a sostenere che ci vorrebbe personale a bordo adibito a questo servizio di sicurezza e dovrebbero periodicamente salirci appartenenti alle forze dell’ordine, ad esempio agenti della polizia locale. In particolare su determinate corse e in orari critici. Alla fine sono tornati tutti a casa, per fortuna non sono spuntati coltelli o saremmo qui a raccontare probabilmente qualcosa di peggio. La vita sui mezzi pubblici, sia per chi li utilizza sia per chi ci lavora, è diventata difficile. Non si può andare avanti così".