BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Micron è crisi, chiuderà la sede di Padova: incubo dei licenziamenti

I sindacati escono a bocca asciutta e preoccupati dall’incontro con il colosso "Serve un intervento del Governo, il settore dei semiconduttori è strategico"

Vimercate (Monza e Brianza), 23 marzo 2023 - "Micron non arretra di un millimetro e conferma la chiusura di Padova", fumata nera all’incontro fra sindacati e il colosso delle memorie strategico nella filiera dei semiconduttori, "rischia l’intero gruppo - dice Pietro Occhiuto, segretario della Fiom Cgil Brianza - compreso lo storico sito produttivo di Vimercate nella Silicon valley brianzola. Serve l’intervento immediato del Governo, non possiamo permetterci di perdere aziende che operano in un settore determinante della competizione internazionale".

La crisi dell’hi-tech scuote anche il gigante statunitense e porta a una riduzione di personale a cominciare da un obbligo di trasferimento. Sono 548 i dipendenti suddivisi nelle sedi di Vimercate, Padova, Arzano e Avezzano. A Padova sono 31 le persone impiegate e la decisione dello stop potrebbe portare qualcuno dei 31 ingegneri e ricercatori a ricollocarsi fra il polo brianzolo o quello abruzzese. Ieri, la conferma che "o scelgono, o se ne vanno, o verranno trasferite d’ufficio senza incentivi", ancora Occhiuto. Un nuovo faccia a faccia fra le parti dovrebbe tenersi ai primi di aprile, "stiamo organizzando una nuova protesta - annunciano i metalmeccanici - il momento è delicato. La multinazionale ha deciso la riduzione del 20% delle spese sul personale giustificando l’operazione sulla base della necessità di un intervento strutturale.

Il sito di Padova non ha alcun motivo per essere chiuso. Si tratta di una realtà produttiva importante con la progettazione avanzata di chip di memoria Flash Nand che finiscono su qualsiasi dispositivo che immagazzini informazioni come tablet, smartphone o computer". Una crisi che si crede possa trascinare con sé tutti gli altri stabilimenti. "L’azienda a dicembre ha dichiarato di voler tagliare del 10-15% la propria forza lavoro e si teme che la chiusura in Veneto possa essere solo il primo passo verso la dismissione della multinazionale sull’Italia – ricorda Occhiuto -. Alla richiesta di presentare il piano industriale, la direzione non ha risposto, a dimostrazione del fatto che la messa in sicurezza del gruppo non è scontata. Per noi è tutto a rischio, dal momento che non ci sono investimenti". Lunedì uno sciopero di otto ore ha lanciato l’allarme, ma a preoccupare c’era già stata la dismissione del polo di Catania.