CRISTINA BERTOLINI
Cronaca

Miracoli della tecnologia. Alice e quel robot da indossare: "La felicità un passo per volta"

La donazione all’associazione Aias Monza di un esoscheletro permetterà alle persone costrette su una sedia a rotelle di rimettersi in piedi per brevi camminate.

Miracoli della tecnologia. Alice e quel robot da indossare: "La felicità un passo per volta"

La donazione all’associazione Aias Monza di un esoscheletro permetterà alle persone costrette su una sedia a rotelle di rimettersi in piedi per brevi camminate.

Lo ha ribattezzato “Felicità“. Proprio come la sensazione che ha provato "la prima volta che mi sono vista in piedi a 17 anni. Era tutto nuovo, mai provato. Ho imparato ad alzarmi in piedi da sola. È bellissimo". Alice Leccioli ha 22 anni, vive in provincia di Ferrara e si sta per laureare in lettere, arte e spettacolo. Dalla nascita è affetta da una paralisi cerebrale che non le permette l’uso delle gambe. Ma cinque anni fa, grazie alla generosità di una misteriosa donatrice, ha avuto la possibilità di utilizzare l’esoscheletro, sotto la guida di Claudio Ceresi, responsabile riabilitazione Emac Italia. Con una seduta alla settimana, nel tempo, ha potuto finalmente alzarsi in piedi, muovere qualche passo, fino ad andare a sciare e a buttarsi con il paracadute. "Il mio fisioterapista è papà – racconta –. Abbiamo imparato insieme a usare l’esoscheletro e questo ci ha anche permesso di conoscerci meglio". Alice frequenta l’università, papà Mirco lavora, ma la domenica è il loro giorno di palestra in cui fanno esercizio insieme con l’esoscheletro. È diventato un appuntamento fisso". Alice si sente fortunata per aver avuto in dono il “robot da indossare“. Ma ora un modello simile sarà a disposizione anche dei pazienti dell’Aias di Monza.

L’esoscheletro Ekso NR, gioiello di Emac (azienda leader nel settore dei dispositivi biomedici) è stato donato da Valentina Tagliabue all’associazione che dal 1973 si occupa riabilitazione di ragazzi con disturbi del neurosviluppo e adulti con disabilità neuromotorie primarie o acquisite. Il robot da indossare, potenzia i muscoli e (re)insegna al cervello a “produrre“ i passi che poi la persona riesce a fare anche autonomamente. Si tratta di un’innovazione assoluta dal mondo della robotica, ideato per la riabilitazione dei pazienti con immobilità degli arti inferiori (causata da Ictus, sclerosi multipla, lesioni del midollo, atassia, spina bifica, paralisi cerebrali infantili), progettato per dare al paziente la possibilità di alzarsi e fare piccoli passi. L’apparecchio del costo di quasi 200mila euro, è stato offerto in comodato gratuito ad Aias Monza.

Al momento non è inserito nel tariffario nazionale per il rimborso alle strutture che lo acquistano. Anche per Aias, presieduta da Gaetano Santonocito, potrà essere uno strumento prezioso. Sarà utilizzato sotto la supervisione di Donatella Bonaiuti, già primario di neuroriabilitazione all’ospedale San Gerardo): "L’esoscheletro è un vestito adattabile su misura: può essere alto fino a 190 centimetri e largo fino a 155. Dispone di sensori, perciò caricando l’arto sinistro fa partire l’arto destro e viceversa, riproducendo il cammino naturale. Nella riabilitazione tradizionale ci vuole molto esercizio per recuperare il movimento – spiega –: in sessioni per i pazienti più gravi con un’ora di lavoro con due o tre fisioterapisti si recuperano dai 7 ai 10 passi. Mentre il robot stimola e risveglia il cervello e potenzia i muscoli". L’Aias Monza segue 900 pazienti, di questi circa 100 hanno problemi di deambulazione, ma "non è detto che tutti siano idonei all’utilizzo dell’esoscheletro - specifica Bonaiuti –. Va prescritto dopo un’attenta valutazione fisiatrica. In questo senso è un farmaco. Ogni persona ha diverse necessità di percezione e attivazione volontaria. La macchina lascia spazio all’autonomia residua del paziente e lo sostiene nelle fragilità".