"Teniamoci la bellezza che c’è": centinaia di scatti e riflessioni della gente raccolti in un anno di maratona fotografica contro Pedemontana adesso hanno un podio. Domani i vincitori del concorso lanciato dal Comitato “Ferma Ecomostro D breve“ saranno premiati alla festa di San Martino, a Bellusco. E le immagini più significative diventeranno cartoline da spedire in Regione a sostegno della battaglia. "Ha vinto ‘Sogni di bambina’, già foto simbolo anti-autostrada – raccontano gli attivisti –, è l’immagine del frutto di una fusaggine, metafora di vita e rinascita, che riflette la speranza di preservare la natura del nostro territorio". Ed è per questo che schiere di appassionati hanno fissato gli angoli "minacciati dal cemento" ad Agrate, Bellusco, Bernareggio, Burago, Cambiago, Caponago, Carnate, Cavenago, Ornago, Sulbiate e Vimercate.
"Ogni clic racconta un frammento di territorio, dall’agricoltura ai boschi, svelando il forte legame emotivo che unisce gli abitanti a questi luoghi – spiega Manuela Meloni, presidente del Comitato –. È emersa una molteplicità di punti di vista e sentimenti legati a un’area che il progetto rischia di trasformare in modo irreversibile. Il concorso è una celebrazione all’armonia del Parco Pane, la riserva riconosciuta e vissuta dagli abitanti per il tempo libero, il benessere e la serenità che solo il contatto con un ambiente intatto può offrire". Dai colori diversi in ogni stagione, alla flora e alla fauna, ai cascinali storici ai sentieri sempre più apprezzati per lo sport e la quiete, "ogni foto è un omaggio a questo spicchio di Lombardia". Un eden che famiglie e Amministrazioni vogliono preservare e da anni combattono contro il rischio di vederlo cancellato. Fra tutte le immagini ne sono state selezionate cinque, le più votate dalla giuria popolare. "Agli autori va il nostro ringraziamento – sottolineano dal gruppo – per aver saputo cogliere l’essenza di questi posti". Un viaggio ricco di emozioni che non si ferma qui. "Le foto diventeranno cartoline con le quali vogliamo inondare il Pirellone". Un grido di carta con il quale la gente del Vimercatese spera di aprire una breccia e "salvare il nostro paradiso". "L’opera è inutile e dannosa, alla Regione diciamo che vogliamo salvare la nostra bellezza".