Monza – Calci, pugni, persino colpi sferrati con l’appendiabiti al papà di di ottantatré anni. Una costola rotta, un trauma cranico. Non aveva freni un uomo di 49 anni, arrestato dalla polizia per maltrattamenti in famiglia, violenze aggravate all’anziano padre. Un equipaggio della Squadra Volanti, nella mattina di venerdì 20 scorso, alle 10, è stato inviato dalla Centrale Operativa della Questura in un’abitazione in via Galileo Galilei, al quartiere Cederna.
Era stata segnalata una violenta aggressione ai danni di un anziano da parte del figlio, che ancora conviveva con i genitori. I poliziotti giunti nell’abitazione hanno immediatamente bloccato l’aggressore e hanno soccorso l’anziano, spaventato, dolorante e in evidente stato di agitazione, una tumefazione al volto con fuoriuscita di sangue dalle orecchie e che lamentava un forte dolore al costato. L’aggressore proferiva ancora insulti e accuse nei confronti del padre, attribuendogli la responsabilità di essere la causa di tutte le sue recenti disgrazie. Trasportato all’ospedale San Gerardo, e dopo le cure mediche necessarie all’anziano sono stati riscontrati un trauma cranico e la frattura della decima costola di destra con una prognosi iniziale di 25 giorni salvo complicazioni.
Gli agenti hanno ricostruito che solo negli ultimi 15 giorni, l’83enne aveva subito altri maltrattamenti, mai denunciati per non voler peggiorare la già delicata situazione del figlio. La violenta aggressione e le percosse ricevute il venerdì mattina, quando il padre si era rifugiato sul letto e si era rannicchiato, ma soprattutto la paura che la rabbia di quel giorno del figlio avrebbe potuto portare a conseguenze peggiori, avevano convinto la vittima a chiedere aiuto e a raccontare ai poliziotti le continue vessazioni subite, sia fisiche che psicologiche, fatti avvenuti anche alla presenza dell’anziana madre. Il bastone appendiabito, ricurvo e imbrattato di sangue su una estremità, usato dal figlio per picchiare il padre, è stato posto sotto sequestro così come venivano individuate numerose scie di sangue all’interno dell’abitazione. Il giudice ha convalidato l’arresto e ha disposto la misura restrittiva degli arresti domiciliari (in una casa diversa da quella in cui viveva con i genitori) con l’applicazione del dispositivo di controllo del braccialetto elettronico.