ALESSANDRO CRISAFULLI
Cronaca

Le bande di ragazzini in bici da cross: “La bikelife è la nostra felicità, non chiamateci baby gang”

A Monza gli adolescenti che impennano sulle Bmx tra auto e pedoni diventano un caso. Ma loro difendono questo stile di vita: “Non capirete mai quello che facciamo”

La baby gang che compie manovre spericolate tra le auto a Monza e pubblica i video sui social

Monza, 25 agosto 2023 –Il fenomeno rampante della “bikelife”, che più o meno sottotraccia si sta diffondendo in tutta Italia, sembra pronto a esplodere e farsi sempre più notare anche in Brianza. Reclamando attenzioni e, soprattutto, spazi. Con epicentro a Monza, dove i ragazzini che la praticano, alcuni dei quali di recente non hanno mancato di pubblicare su YouTube le loro acrobazie spericolate e pericolose per le strade della città, si stanno organizzando per il raduno di sabato 9 settembre in piazza Trento e Trieste.

“Non siamo baby gang”

Vogliono farsi vedere e sentire, “non vogliamo assolutamente essere chiamati o accostati alle baby gang perché non lo siamo affatto – dicono, in un messaggio su Instagram – non facciamo male a nessuno, non facciamo rapine. Pratichiamo solo la nostra passione e continueremo a farlo”. Sono in gran parte minorenni, dai 12 ai 16 anni, che poi, crescendo, spesso lasciano in garage la Bmx e passano nel mondo della “bikelife” a motori.

Il manifesto

In primavera in 2mila si sono ritrovati da tutto il Nord Italia a Milano, invadendo le strade – anche in questo caso fuori dal perimetro della legalità e del senso civico – per poi fermarsi nel piazzale di San Siro, per dei contest altamente spettacolari. È lì, che hanno scritto quello che è un po' il loro manifesto: “La bikelife per noi è uno stile di vita, il nostro modo di vivere, non è solo amicizia, è condivisione, rispetto, aiutarsi l'un l'altro e per quanto possiate giudicarci, chiamarci pazzi o criminali, facciamo solo quello che ci piace. Potete provare a toglierci tutto, ma questo non ce lo toglierete mai, questo è il nostro vivere, la nostra felicità, la nostra voce che vi grida che noi siamo qui. E non capirete mai quello che facciamo finché non lo farete, ma non lo farete mai, quindi non potrete mai capirci”.

Il Codice della strada

Il fenomeno inizia ad essere sempre più appariscente anche alle forze dell'ordine. Perché finché questi ragazzi non avranno spazi appartati, sicuri e protetti dove compiere le loro evoluzioni su due ruote, saranno sempre fuori dalle norme del codice della strada, tra impennate e piroette contromano, pedoni, auto, autobus sfiorati, in veri e propri pericolosi “branchi”. Che nel mettere in campo la loro passione, rischiano di farsi e fare male.

“Monza Pizza Bikepark”

Il tema quindi potrebbe presto approdare sui tavoli anche delle istituzioni, locali e non, per capire come poter inquadrare il fenomeno. E come permettere a questi ragazzi di praticare ciò che amano senza mettere a repentaglio la propria e l'altrui sicurezza. Monza, in questo senso, ha dato il buon esempio con il “Monza Pizza Bikepark”, dal 2017 il primo dirtpark pubblico nato in Italia, gestito da una associazione formata da giovani appassionati, dove i ragazzi possono andare a fare salti e tricks con le proprie bici. Una disciplina diversa dalla bikelife ma sempre animata dal rapporto viscerale con le due ruote.