
di Martino Agostoni
Umberto I re d’Italia è tornato ieri protagonista tanto a Monza, con le letture teatrali di “La morte del re“ interpretate da Massimiliano Finazzer Flory nel luogo in cui fu ucciso e pure con una biciclettata filo anarchica organizzata in città, quanto nel Paese con due repliche trasmesse dalla Rai del docufilm “L’ultimo giorno del re“.
È stata la giornata del 120esimo anniversario del regicidio, l’evento che la sera del 29 luglio 1900 ha cambiato la storia d’Italia, e anche il futuro di Monza, per mano dell’anarchico Gaetano Bresci venuto dall’America e che quel giorno attese tra la folla il passaggio della carrozza di Umberto I alloggiato alla Villa Reale e quindi al momento giusto sparò i quattro colpi di rivoltella che uccisero il secondo re d’Italia nel 22esimo anno di regno.
Un episodio raccontato nel tempo in molti modi e ieri, per l’evento ufficiale curato dall’Amministrazione comunale assieme a gli Ordini dinastici Real casa Savoia e l’Istituto nazionale per la guardia d’onore alle reali tombe del Pantheon, è stato scelto il reading teatrale tratto dal libro di Riccardo Rossotto "Umberto I di Savoia, I grandi delitti politici" allestito alla Cappella Espiatoria. L’attore e regista Massimiliano Finazzer Flory l’ha proposto in quattro repliche, per permettere più turni di partecipazione del pubblico contingentato per le norme anticovid, e ha letto quattro capitoli della vicenda: quello del risveglio del re nella sua “piccola Versailles“ monzese, la galoppata mattutina in compagnia del generale Avogadro e l’ultima visita all’amante Eugenia Litta Bolognini; quindi la scena del sorteggio per individuare il killer nella base anarchica in Usa e l’autoproclamazione di Bresci non sorteggiato, ma volontario; poi il pranzo del mattino dell’attentato quando Bresci dice al suo commensale "domani potrai dire di aver mangiato con un personaggio importantissimo" e infine gli spari di pistola che pongono fine alla vita del re.
Il regicidio, con la ricostruzione delle ore precedenti alla morte di Umberto I, è anche il soggetto del docufilm realizzato dall’associazione cittadina Monza Regale, girato nei mesi scorsi nella Villa Reale, nel Parco, nella saletta reale della stazione, alla Cappella Espiatoria e a Oreno con carrozze e costumi d’epoca, e acquistato dalla Rai per essere trasmesso ieri sia alle 14.05 sia alle 20.25 sul canale Rai Storia.
E, come accade quasi ogni anno, c’è stata anche la contromanifestazione rispetto alle cerimonie filosabaude, con il centro sociale Foa Boccaccio che ha organizzato una biciclettata nei luoghi simbolo della città con l’intenzione di raccontare l’episodio "sfuggendo al melodramma nazional popolare dell’uccisione del “re buono“", scrivono nella loro presentazione.
Il gruppo è partito da piazza San Paolo dove c’è la targa che ricorda l’uccisione di 7 monzesi insorti nei "moti del pane" del 1898 e ha quindi provato ad avvicinarsi alla Cappella Espiatoria, il luogo in cui Bresci sparò al re d’Italia per vendicare la repressione violenta dei moti popolari di due anni prima.
Resta una costante comunque: come ogni anno le commemorazioni del regicidio di Umberto I sono accompagnate da immancabili polemiche.