I docenti precari fanno lo stesso lavoro dei colleghi di ruolo, il Tribunale di Monza condanna il Ministero a dare a un prof quattro anni di arretrati e lo stipendio più alto. A confermare che anche i periodi di precariato valgono ai fini della carriera e della posizione professionale è anche il giudice del lavoro del Tribunale di Monza, che ha dato il suo assenso al "riconoscimento dell’anzianità di servizio e dei connessi incrementi stipendiali maturati e non percepiti durante il periodo di precariato". La richiesta era stata formulata dai legali dell’Anief, al quale si era rivolto un docente che ha "prestato servizio dall’anno scolastico 20052006 con contratti a tempo determinato" prima di essere "assunto a tempo indeterminato alle dipendenze del Ministero con decorrenza dal 2019". Secondo il giudice il docente precario ha "espletato durante il periodo di precariato le medesime mansioni e assunto identiche responsabilità rispetto ai colleghi di ruolo (quanto, ad esempio, agli impegni di insegnamento, alle preparazione delle lezioni e correzione dei compiti, alla sorveglianza, alla valutazione degli studenti, ai colloqui con le famiglie, alla partecipazione ai collegi docenti ed agli scrutini)". Per Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, "il precariato è un servizio che va considerato interamente incisivo per la composizione degli scatti di anzianità e della carriera. Per i docenti e per il personale Ata. Dopo la Corte di Giustizia europea, è stata anche la Cassazione a dare il suo assenso, anche per i risarcimenti per l’abuso dei contratti a termine lasciando intatti i pagamenti delle ferie non godute e della disoccupazione". All’insegnante ha riconosciuto quattro anni di arretrati e l’inquadramento in una categoria che prevede uno stipendio maggiore.
S.T.