di Cristina Bertolini
Giovannini d’oro dal sapore di rinascita. In piazza gente elegante e immagini suggestive sul maxi schermo, a ricordare i grandi passi avanti fatti dal 2020 ad oggi, "il tempo della fiducia". Tutto è sembrato quasi tornato alla normalità ieri per la consegna dell’onorificenza intitolata a San Giovanni, se non fosse per il permanere di mascherine e sedie un po’ più lontane del solito.
"Dopo i duri mesi di isolamento e di dolore - ha introdotto il sindaco Dario Allevi - queste ultime settimane (grazie a una netta riduzione dei contagi e alle prime riaperture) segnano l’inizio di un ritorno graduale alla normalità. Ora è il tempo della fiducia".
Le cicatrici del Covid si stendono anche sul Giovannino d’oro: occhi lucidi nel consegnare la benemerenza alla memoria di Giorgio Fustinoni, portato via proprio dal virus, ritirata dalla moglie. Fustinoni, già consigliere comunale, è stato l’allenatore di basket e insegnante di educazione fisica al liceo scientifico Frisi per 40 anni che ha cresciuto generazioni di ragazzi monzesi.
Ha superato il Covid invece Annamaria Pagnoni, classe 1919, una delle monzesi più longeve, venuta a ritirare il premio insieme alle figlie Chiara e Caterina. È stata tra le prime donne cardiologo in Italia, per 34 anni all’Istituto tumori, a fianco del professor Umberto Veronesi, antesignana dell’impegno femminile nel settore scientifico. Appassionata di letteratura ha raccontato pagine importanti della dinastia industriale alla quale appartiene: l’azienda del padre si è occupata nella fusione in bronzo del Monumento ai caduti.
Ancora in ambito sanitario, un altro Giovannino d’oro è stato offerto a Orazio Ferro, primario di cardiochirurgia del San Gerardo e apprezzato per la sua umanità e empatia.
"Il premio offerto a lui - ha detto il sindaco - è ancora un riconoscimento ai sanitari che hanno combattuto contro il Covid". Il dottor Ferro che collabora con Brianza per il cuore, per una città cardioprotetta, Luce e Vita e Rotary club, ha dedicato il premio alla famiglia e a tutti coloro che hanno sofferto per il Coronavirus.
È semplice e schivo Domenico De Falco, tanto che sulle prime non si era sentito meritevole del premio: arrivato all’asilo notturno di via Raiberti come ospite 30 anni fa, è divenuto responsabile di cucina come volontario e poi dipendente. Lavora a contratto qualche ora al giorno e poi continua per l’intera giornata come volontario al servizio dei senzatetto.
Una ventata di allegria l’hanno portata i ragazzi de “Il Veliero onlus“ a cui è stato offerto il Premio Corona Ferrea. Enrico Roveris e il presidente Alfredo Colina, attraverso il lavoro teatrale, hanno fatto emergere veri e propri talenti tra i ragazzi diversamente abili. Appuntamento dal 20 al 26 settembre con la quinta edizione del Festival internazionale della disabilità “Lì sei vero“.