di Martino Agostoni
Rincara tutto e per tutti, ed è un rialzo dei costi di energia e materie prime che per un Comune come Monza pesa soprattutto sugli investimenti previsti negli anni. In particolare pesa sulle opere pubbliche programmate ed il rischio è che saltino tutti i conti fatti finora con la conseguenza di dover rivedere i progetti e trovare nuovi i finanziamenti, altrimenti sono lavori che vanno fermati, rimandati, se non anche cancellati.
Monza è esposta a questo rischio per un pacchetto di opere di oltre 30 milioni di euro, ovvero quegli interventi che rientrano nella voce di bilancio del cosiddetto Fondo pluriennale vincolato in cui finiscono le opere finanziate ma o non concluse o non ancora progettate o in attesa di gara d’appalto. In pratica sono i lavori in attesa, quegli interventi per cui il Comune ha messo da parte i soldi negli anni ma per vari motivi non ha ancora realizzato. E negli ultimi mesi, ha confermato l’assessore ai Lavori pubblici Marco Lamperti, tutte le opere del "pluriennale vincolato" sono rincarate dal 5% al 15% rispetto a quanto programmato inizialmente. Tra le opere previste su cui i rincari hanno maggiori conseguenze ci sono interventi grandi e attesi da tempo, dove "forse quello più importante è il sottopasso Libertà-Stucchi dove i fondi finora stanziati non bastano di sicuro", dice Lamperti, riferendosi al progetto di interrare viale Stucchi sotto la rotonda alla fine di viale Libertà per separare i flussi di traffico di attraversamento da quelli urbani, un’opera finanziata nel 2012 con 8,5 milioni di oneri versati da Esselunga per la realizzazione del nuovo supermercato di viale Libertà. Aumentano i costi anche per costruire le due nuove scuole di Regina Pacis previste all’ex Macello, l’elementare Citterio per cui il Comune ha acceso un mutuo da 8,5 milioni e la media Bellani per cui sono stanziati 12 milioni dal Miur. E tra le grandi opere in partenza è rincarato anche il progetto di recupero dell’ex Borsa di via Boccaccio, l’ala più meridionale della Villa Reale e sede storica della scuola d’arte di Monza per cui a fine 2022, solo poche settimane dopo la conferma del finanziamento complessivo di 8 milioni diviso tra il Comune e la Regione, sono stati rifatti i conti che hanno fatto emergere un rincaro di oltre 830mila euro. In questo caso è un costo extra subito coperto dal Comune per evitare ulteriori rallentamenti nell’avvio di un intervento atteso da anni. Ma per gli altri interventi in attesa "stiamo aprendo tutte le opere non fatte del pluriennale vincolato", chiarisce Lamperti, una revisione dei vari progetti fermi. Per le opere per cui era stata preventivata una spesa larga, quindi con anche un certo margine, "l’aumento rispetto allo stanziato si annulla", conclude l’assessore, mentre per quelle il cui costo risulta più basso "dobbiamo trovare risorse per aggiustare il tiro".