
La fame di case non si arresta per effetto dei tanti trasferimenti: l’Istat prevede che nel 2042 Monza supererà i 130mila abitanti
Forte preoccupazione da parte di istituzioni politiche e sindacati per il caro immobile che sta investendo Monza e la sua provincia. "La situazione è drammatica – rileva l’assessore all’Urbanistica di Monza Marco Lamperti –. E per vari motivi. Da qualche anno in tutta l’area che comprende l’hinterland di Milano in senso esteso, tra cui Monza e Brianza e altre province, si sta verificando un forte fenomeno di inurbamento. Nonostante l’inverno demografico del Paese, qui la popolazione sta aumentando, con grandi trasferimenti dalle aree rurali. Monza cresce tra i 300 e i 600 abitanti all’anno, e l’Istat prevede che nel 2042 supereremo i 130mila abitanti".
"Inoltre si stanno moltiplicando le famiglie monocomponente – prosegue l’assessore –, che sono raddoppiate negli ultimi trent’anni, arrivando a superare il 40% in città, sulla falsariga di Milano. C’è una grande pressione dunque per la necessità di abitazioni più numerose e più piccole. La domanda abitativa è in crescita e non si riesce a soddisfare a pieno. Non si riesce a dare una casa a tutti. Per cui il mercato continua ad aumentare i prezzi: dà soluzioni, ma soluzioni costose, per ricchi". Per l’assessore l’unica risposta plausibile è quella che la politica a tutti i livelli, a partire dallo Stato, torni ad investire sulla casa.
"Di certo la soluzione non può essere continuare a costruire case – osserva Lamperti –. Monza non potrebbe sostenere altri carichi urbanistici, aumentando in maniera esponenziale i servizi e causando rilevanti problematiche ambientali. La risposta corretta è cambiare le norme (partendo dal nuovo Pgt) per una quotazione di edilizia convenzionata maggiore, a cui aggiungere aree per edilizia residenziale sociale, con prezzi ancora inferiori a quella convenzionata. Bisogna sottrarre quote sempre più importanti di questi alloggi alle logiche di mercato. Tornare ad investire nella casa, che in Italia non si fa più da 30 anni". Vicina a questa la posizione dei sindacalisti.
"Quella abitativa è una delle principali emergenze del nostro territorio – commenta Simone Cereda, segretario di Cgil Monza e Brianza che segue le politiche della casa –. Noi riteniamo sia opportuno innanzitutto ragionare anche a livello locale sulla creazione di un fondo di garanzia a sostegno delle emergenze abitative, ad esempio di chi non si può pagare l’affitto. Poi altre misure che possono aiutare sono l’incentivazione all’utilizzo del canone concordato, l’aumento dell’edilizia convenzionata, e cercare di far diminuire il numero degli alloggi sfitti privati, aumentando l’Imu, e cercando di farsi mediatori coi privati".
"Monza ha un valore immobiliare che continua a crescere in previsione del metrò e dei Giochi olimpici di Milano-Cortina ’26, in vista dei quali si punterà ad affitti brevi in sostituzioni di quelli normali – commenta Michele Quitadamo, responsabile per il diritto all’abitare di Asia Usb Monza –. Ormai da emergenza casa siamo passati a dramma case. Gli affitti e i beni di consumo aumentano e i salari diminuiscono. Qui deve intervenire innanzitutto il Governo con un bonus casa, e poi a scalare Regione e Comuni. Dal Covid ad oggi sono aumentate molto le persone che non riescono a pagare il mutuo o l’affitto: ci vuole un sostegno a loro".
A.S.