Monza, 11 luglio 2024 – I riferimenti espliciti al processo per stalking e diffamazione in cui è imputato, non ci sono. Ma è chiaro che Morgan parli di questo, nel suo solito modo funambolesco, e, neanche a dirlo, autoassolutorio, nel post sui social pubblicato nella notte tra mercoledì 10 luglio e oggi giovedì 11 luglio. Questo il testo: “Oggi piacciono i mostri, se il mostro fossi io vi piacerei. Io non vi piaccio perché gli angeli non piacciono ai mostri. Gli angeli stiano con me, la poesia, la musica, la gentilezza, la parola, la comprensione, la pazienza, l’impegno, la lealtà, la meraviglia. I mostri stiano con loro, la bramosia, la distruzione, l’odio, la vendetta, la mutilazione, la mutilazione, la menzogna, il tradimento, il ricatto".
Di angelico, però, nei messaggi agli atti del processo incardinato a Lecco per gli atti persecutori con cui avrebbe tormentato per anni la ex Angelica Schiatti e poi il suo nuovo fidanzato, il cantautore Calcutta, non c’è molto. Anzi nulla. Secondo la ragazza e le accuse, Morgan avrebbe mandato messaggi con insinuazioni volgari a lei stessa, al suo produttore, ma anche in una chat di gruppo. Avrebbe anche minacciato Angelica Schiatti di pubblicare video erotici che lei gli aveva mandato tempo prima. E in una chat di gruppo, ’InArteMorgan’, ne annuncia l’invio ("E adesso… vi sparo una tripletta di video porno di A. che vi mettono a posto per qualche anno"), pubblicando poi una foto di Angelica nuda e con ingiurie nei suoi confronti.
Ma Morgan è convinto: i mostri sono “gli altri”. "Bestie violenti e misantropi untori e boia stiano dalla parte di starfuckers e mafiosi. Esseri umani, persone civili, non violenti e persone dotate di anima stiano con me. Nessuna guerra ai mostri però, mi raccomando. I mostri hanno un dispositivo di autopunizione, quindi non dovremo fare nulla”.
Intanto è saltato il contratto con la casa discografica Warner Music Italia, che prende le distanze dal cantautore. E il prossimo 13 settembre ci sarà una nuova udienza davanti al giudice per le udienze preliminari del tribunale di Lecco.