Monza, 23 agosto 2024 – “Quel ragazzo era un nostro cliente, veniva sempre qui da Cinisello Balsamo dove abitava a fare benzina con il suo motorino…. Era così felice da quando lo avevano assunto, finalmente aveva ottenuto il permesso di soggiorno”. A parlare così è la titolare di una pompa di benzina nei pressi della via per Cinisello. Cresciuta negli anni al fianco della Corioni srl, l’azienda di servizi ambientali con esperienza quarantennale che si occupa di smaltimento dei rifiuti.
L’azienda dove martedì pomeriggio un operaio di 22 anni di origine egiziana è stato risucchiato dal nastro trasportatore ed è stato stritolato. Morto sul colpo, il quindo dall’inizio dell’anno in Brianza.
“Sono originaria dei El Salvador e lavoro qui da 35 anni - continua dal distributore di carburanti - e i lavoratori della Corioni sono quasi tutti nostri clienti abituali. L’altra sera erano sconvolti, quello che è successo è stato terribile: in tanti anni non si era mai sentito nulla di simile da queste parti”. Emergono poche, frammentarie informazioni sull’infortunio che ha sconvolto Monza nel pomeriggio di martedì.
I capannoni di via Petrella sono avvolti al silenzio. Non ci sono più le macchine della polizia o dei vigili del fuoco. Ci sono solo un mezzo compattatore dei rifiuti, le auto degli impiegati, i lavoratori parcheggiano alle spalle.
Nessuno parla del ragazzo egiziano, un lavoratore “somministrato” assunto con un contratto regolare a tempo determinato alla fine di giugno.
Le indagini sono in corso, Ats e Procura di Monza col procuratore capo Claudio Gittardi e il pm Carlo Cinque stanno tirando le fila: è stato aperto un fascicolo per omicidio colposo, è stata disposta l’autopsia del giovane e posto sotto sequestro il machinario, iscritti nel registro degli indagati come atto formale il legale rappresentante dell’azienda e il responsabile della sicurezza aziendale. Tante le ipotesi sull’incidente. Disattenzione e mancata formazione del lavoratore, giovane, straniero e appena assunto? Possibile che non ci fosse un sistema di sicurezza in grado di impedire un esito così tragico? Intanto il lavoro continua senza interruzioni nell’azienda brianzola, di cui è stata posta sotto sequestro soltanto la linea dove è avvenuto l’incidente.
Due lavoratori, un giovane nigeriano e uno più anziano di origine sudamericana, parlottano fuori dai capannoni ma abbassano subito lo sguardo: “Non possiamo parlare” e indicano il giovane alla guardiola che sorveglia, che conferma soltanto il fatto che il giovane egiziano era l’unico dipendente somministrato con contratto a tempo determinato dell’azienda in questo momento. “Dicono che quel povero ragazzo fosse dentro al macchinario a pulirlo e che qualcuno lo abbia avviato inavvertitamente. È stato stritolato così, terribile quando un ragazzo lo conosci e lo vedi e ci scambi due parole regolarmente”, dice la benzinaia. Intanto ancora non si conosce il nome della vittima, la Procura non è ancora riuscita ad avvertire tutti i familiari. In azienda ieri per tutti i rilievi del caso, e la visita del medico legale, che ha voluto visionare direttamente il corpo e la sua posizione nel macchinario, si è andati avanti fino a mezzanotte. Il titolare dell’azienda, avvertito in America, è già sulla strada del rientro. Sul posto ieri c’è stata anche una prima visita della Cgil. Si sa solo che il giovane egiziano aveva un fratello e lavorava alle dipendenze dell’agenzia di lavoro interinale Lavoro Group di via Ludovico di Breme 52 a Milano.