STEFANIA TOTARO
STEFANIA TOTARO
Cronaca

Morto dopo la caduta da una tettoia a Seregno, chiesti 5 anni per il datore di lavoro che disse: “Era caduto a casa”

Enrico Milani, 52enne di Seveso, era rimasto paralizzato per tre anni. Il 75enne di Seregno ora è imputato di omicidio colposo

Infortunio sul lavoro in un cantiere a Seregno (archivio)

Infortunio sul lavoro in un cantiere a Seregno (archivio)

Seregno (Monza Brianza), 25 Marzo 2025 - Caduto da una tettoia in plexiglas per smontare delle lamiere, rimasto paralizzato e morto dopo tre anni di ricoveri per varie complicazioni. Eppure il suo presunto datore di lavoro lo aveva accompagnato in ospedale dicendo che era caduto dalle scale di casa.

Per questo infortunio avvenuto il 19 gennaio 2017 a Seregno e costato la vita a Enrico Milani, 52enne di Seveso, la Procura di Monza ha chiesto la condanna per omicidio colposo a 5 anni di reclusione per un 75enne di di Seregno, Gian Carlo S., mentre al processo al Tribunale di Monza come responsabili civili sono stati chiamati gli eredi del titolare del luogo dove è avvenuta la tragedia, nel frattempo deceduto.

Il 75enne è accusato, in qualità di datore di lavoro di Enrico Milani "nell'ambito di una attività artigianale non registrata di recupero di materiale ferroso e altri scarti di lavorazione", di avere "ordinato" al 50enne di "salire su una tettoia" alta quasi 4 metri per smontare alcune lamiere, "senza adottare qualsivoglia misura idonea a prevenire rischi di caduta". Accuse negate dall'imputato.

La difesa

"Enrico andava in giro a cercare qualche euro, l'ho conosciuto al parco dove andavo a giocare a carte o a bocce - ha raccontato l'imputato, pensionato -. Non ha mai lavorato per me. Il giorno che si è fatto male mi avevano chiamato per portare via della roba e lui l'ho incontrato per caso e ha voluto venire anche lui. Ma lì non c'era nessuno e sono andato a cercare il titolare. Quando sono tornato, ho visto che era caduto. L'ho caricato in auto e l'ho portato al pronto soccorso. Nessuno gli aveva detto di salire sulla tettoia. È stato lui a dirmi di raccontare che era caduto dalle scale a casa sua".

Il pm

"Un fatto gravissimo - ha dichiarato in aula la rappresentante della pubblica accusa, che non ha ritenuto di dover concedere all'imputato nessuna attenuante per la richiesta di pena -. La vittima era paralizzata ma quando ha potuto parlare, ha raccontato con estrema lucidità cosa era davvero accaduto". Al processo si sono costituiti i familiari della vittima. "Doveva solo ritirare i rottami lasciati all'ingresso, non aveva il permesso di salire sulla tettoia da cui è caduto", sostengono i responsabili civili. A luglio la sentenza.