
Pierluigi Sangalli con alcuni dei suoi disegni di Braccio di Ferro
Villasanta (Monza Brianza), 14 marzo 2025 – E’ morto ieri sera Pierluigi Sangalli. Aveva 86 anni e a darne la notizia è stata una delle quattro figlie, Elisabetta, che per tanti anni lo aveva anche aiutato preparandogli i fondali quando fare fumetti richiedeva un lavoro massacrante, che aveva portato papà Pier Luigi, considerato uno dei maestri del fumetto italiano, a sfornare ogni giorno tavole a ritmo industriale (sessantamila la sua produzione totale in carriera), fino a 270 al mese, 5mila copertine.
Richiestissimo, amatissimo, con un Braccio di Ferro (ma anche decine di personaggi allora in voga come Geppo o Provolino) immaginati per la prima volta per un pubblico di bambini. Un Braccio di Ferro i cui tratti ricordavano il volto del suo stesso disegnatore italiano e il suo occhio uno po’ sghembo per via di una vecchia maculopatia. Tutti amavano il suo Braccio di Ferro, tanto che anche il suo illustratore ufficiale americano Hy Eisman aveva confessato di ispirarsi a un certo punto un po’ ai disegni di Sangalli quando aveva avuto modo di vederli. Amatissimo anche dalle star dell’epoca, come avevano più volte ricordato alla radio personaggi come Monica Vitti o Mina.
Come vuole essere ricordato? A questa domanda, che gli avevamo posto in una vecchia intervista al Giorno, aveva risposto con semplicità: “Come uno che faceva ridere… il nostro lavoro, in fondo, era proprio quello… un lavoro molto divertente in cui non mi limitavo a disegnare, facevo anche le sceneggiature: forse ero ‘scemo’, ma quando trovavo una gag secondo me particolarmente divertente mi mettevo a ridere da solo”.