DARIO CRIPPA
Cronaca

Chi era il ragazzo morto stritolato nel compattatore: preso per sostituire chi era in vacanza

La Procura ha reso noto il nome dopo essere riuscita ad avvertire la famiglia. Moustafa viveva a Cinisello ed era felice dopo aver ottenuto alla fine di giugno un contratto di lavoro interinale

Massimiliano Turano, segretario generale UILtemp Lombardia

Massimiliano Turano, segretario generale UILtemp Lombardia

Monza – Il ragazzo egiziano morto stritolato nel compattatore in cui era rimasto incastrato martedì pomeriggio ha un nome e un cognome. Si chiamava Moustafa Kamel Hesham Gaber. La Procura di Monza ha sciolto le riserve dopo essere riuscita ad avvertire i parenti, i genitori e, di sicuro, un fratello. Molto altro non si sa. Se non che Moustafa viveva a Cinisello Balsamo ed era felice dopo aver ottenuto alla fine di giugno un contratto di lavoro interinale, “somministrato” dall’agenzia Lavoro Group di Milano per andare a fare le sostituzioni estive alla Corioni srl, ditta specializzata in servizi ambientali e in particolare nel trattamento dei rifiuti. Era proprio lì che mercoledì, pochi minuti prima delle 16, Moustafa, mentre lavava il macchinario, è stato risucchiato dal nastro trasportatore ed è stato stritolato.

Una morte terribile, quasi sul colpo, su cui la Procura ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo. Nel registro degli indagati sono finiti per il momento come atto formale il responsabile della sicurezza nell’azienda e il legale rappresentante dell’azienda, mentre il titolare era dato già ieri di ritorno urgente dagli Usa. Bisognerà capire se tutte le procedure di sicurezza previste fossero state adottate, il medico legale aveva chiesto il giorno stesso dell’incidente di non spostare nulla, nemmeno il corpo della vittima, fino a quando non avesse visto coi propri occhi. Il lavoro che attende il procuratore capo Claudio Gittardi e il sostituto procuratore Carlo Cinque si preannuncia gravoso. È stata già disposta l’autopsia.

“Era così felice – raccontava la benzinaia che faceva il pieno al suo motorino quando tornava dal lavoro –. Era contento perché aveva ottenuto il posto di lavoro e il permesso di soggiorno”. Intanto dalla Uil attiva la richiesta di un incontro urgente con l’azienda e con la società interinale per cui lavorava il ragazzo. Più precisamente, la Uiltemp Lombardia e il Coordinamento Territoriale UIL Monza e Brianza hanno chiesto un incontro urgente con le direzioni della Corioni Srl e quella dell’agenzia interinale Lavoro Group. E lo fanno inviando una pec alle due aziende ed esprimendo un forte senso di dolore e sconfitta, sottolineando come si sia sempre più di fronte a un problema le cui dimensioni appaiono fuori controllo e creino un intollerabile fallimento per tutto il sistema che dovrebbe garantire a ogni lavoratore il rientro alla propria casa, alla propria famiglia, dopo una giornata di lavoro.

“Salute, sicurezza, formazione – evidenziano Massimiliano Turano Segretario Generale UILtemp Lombardia e Giancarlo Pagani, Coordinatore Territoriale UIL Monza e Brianza – non possono essere solo temi di facciata o di denuncia in occasioni simili, ma devono essere il caposaldo culturale, sociale del nostro Paese. Confidiamo nelle indagini della magistratura e chiediamo con forza e vigore una maggiore attenzione sulla tutela dei lavoratori. Un lavoratore neo assunto deve necessariamente essere formato-affiancato prima di poter espletare in sicurezza un’attività lavorativa. Bisogna mettere al centro la sicurezza e tutela del lavoratore e non le logiche capitalistiche del profitto”.

E partendo proprio dalla campagna Zero Morti sul Lavoro, i sindacalisti mettono in evidenzia la necessità di un cambio di rotta con una richiesta diretta allo Stato. “Zero morti sul lavoro – concludono Turano e Pagani – non deve essere uno slogan sindacale, ma un obiettivo concreto. Sono mesi che auspichiamo un cambio di rotta deciso”.