BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Nell’ostetricia modello di Carate. Restyling e nuovi strumenti in dono

Regalo del Rotary un manichino di rianimazione neonatale per garantire interventi e cure di alto livello. La fondazione Onda che certifica gli ospedali amici delle donne qui ha spedito due Bollini rosa.

l polo si è ritagliato un ruolo importante anche per la ginecologia del territorio: ben 863 gli interventi portati a termine l’anno scorso

l polo si è ritagliato un ruolo importante anche per la ginecologia del territorio: ben 863 gli interventi portati a termine l’anno scorso

Un manichino di rianimazione neonatale per l’Ostetricia di Carate, dono del Rotary di zona, e un progetto di restyling del reparto modello premiato da Onda con i Bollini rosa. Asst ringrazia e con il nuovo strumento punta sempre più sulla formazione del personale.

La simulazione permette "di garantire cure di alto livello ai bambini in situazioni critiche". "Un gesto di generosità, ma anche un segno di responsabilità per la comunità", sottolinea l’azienda. Il modello aiuterà i professionisti "ad affinare le proprie competenze per affrontare al meglio eventuali emergenze durante la gravidanza e il parto e dopo la nascita".

Un mezzo in più per un reparto che è da sempre punto di riferimento per il territorio. La struttura si distingue per un basso numero di cesarei (17%), "ben al di sotto della media regionale al 25%". E per la scelta del parto indolore per il quale optano il 42% delle madri, "una delle percentuali più alte in Italia". Pochi anche i casi con complicanze e necessità di trasferimento in altri centri di mamme e bambini.

Il polo si è ritagliato un ruolo importante "anche per la ginecologia del territorio", 863 gli interventi portati a termine l’anno scorso "la maggior parte dei quali con tecniche mini invasive". Nel 2025 è stato attivato anche un ambulatorio di endocrinologia ginecologica. Attività che non sono sfuggite all’osservatorio nazionale che certifica gli ospedali amici delle donne e che qui ha spedito due Bollini rosa. I riconoscimenti della Fondazione, attribuiti dal 2007, sono assegnati a strutture che offrono servizi per prevenzione, diagnosi e cura delle malattie che riguardano l’universo femminile, ma anche quelle condivise con gli uomini che, però, hanno bisogno di percorsi differenziati. Per ottenere questa patente non bastano gli ambulatori, servono anche presenza di mediatori culturali, volontari, assistenza sociale, presidi e personale anti-violenza. Non solo.

All’orizzonte c’è una ristrutturazione. "Abbiamo in animo di rimodernarne tutto, sarà un progetto ambizioso – dice il direttore generale Carlo Alberto Tersalvi – allargato alla riorganizzazione dell’offerta fuori dalle corsie per offrire un percorso di sostegno e monitoraggio della gravidanza, del parto, dell’allattamento e del puerperio".