Giussano (Monza e Brianza) - Quel parco, dal 2008, porta un nome speciale, quello del piccolo Nicholas Green. Il bimbo americano ucciso trent’anni fa da due banditi e che è diventato simbolo internazionale della donazione di organi. Perché la decisione dei suoi genitori di donare quelli del loro piccolo sconvolse il mondo e, come un effetto farfalla, ha cambiato l’universo dei trapianti salvano migliaia di vite. Ma dopo 30 anni la gente dimentica e molti, entrando in quel parco, non conoscono la sua storia. Ci ha pensato l’altro pomeriggio la sezione Aido di Giussano, la stessa che per 15 volte ha portato Reginald Green, la moglie o la figlia nel piccolo paese nel cuore della Brianza a dare la loro testimonianza.
Piero Gallo, il presidente, ha pensato che bisognava fare qualcosa ed ecco allora che è stato ideato dall’architetta Floriana Elli e realizzato dagli artigiani locali un totem speciale: chi entra nel parco Nicolas Green oggi vede le foto di quel bambino e grazie a un Qr code può sentire la sua storia e ascoltare le parole di papà Reginald.
L’emozione, al Parco Nicholas Green, l’altro giorno era palpabile. Già mezz’ora prima dell’evento un capannello di persone si è riunito attorno al totem che di lì a poco sarebbe stato inaugurato alla presenza degli assessori Paola Ceppi, Sara Citterio, Adriano Corigliano, del Comandante della polizia locale Daniele Schito e benedetto dal parroco don Emanuele. “Abbiamo voluto lasciare un segno indelebile - ha ricordato Ombretta Rosa, socia Aido, che vive oggi grazie a due trapianti - una specie di “capsula del tempo” che racconti la vicenda del piccolo donatore che dal 2008 è diventato il bambino di tutti i giussanesi. Per la struttura, non a caso, è stato scelto l’acciaio, perché attraversi il tempo e giunga intatto nel futuro”.
“Un lavoro di squadra - ricorda Piero Gallo - ci stiamo lavorando da circa un anno. Se abbiamo potuto realizzare il progetto dobbiamo ricordare l’impegno di Romeo Striatto, Enrico Bernasconi, Ezio Riva, i “costruttori” del totem. Ringraziamo anche l’amico Adriano Candiani, la signora Antonia Perego, Enrico Citterio, Simone Scanziani di Renate”. Tra il pubblico c’erano anche quattro riceventi di organi, prova vivente che donare gli organi è davvero un gesto salvavita. Aido prosegue la sua attività nelle scuole medie del paese e di Paina. Proprio l’altro giorno ha premiato i ragazzi vincitori del concorso che li ha visti raccontare il mondo delle donazioni con video, foto, temi, poesie e disegni.