
di Gigi Baj
Da ben 35 anni attendono risposta per un risarcimento che non è mai stato erogato. Sono i parenti delle vittime del famigerato vino al metanolo che nella primavera del 1986 causò l’avvelenamento e l’intossicazione di centinaia di persone, molte delle quali residenti in Brianza, provocando lesioni personali molto gravi (cecità e danni neurologici) e, in 23 casi, la morte.
Le vittime avevano bevuto vino proveniente e prodotto dalle cantine della ditta Ciravegna di Narzole in provincia di Cuneo, vino a cui erano state aggiunte dosi molto elevate di metanolo per alzare la gradazione alcolica. Una decina i casi registrati nei comuni brianzoli di Lissone, Muggò, Nova Milanese e Monza dove il vino Ciravegna era distribuito nei supermercati del territorio.
Proprio in questi giorni la casa editrice Il Convivio Editore ha ristampato il libro “Terrorismo acido“ nel quale viene ripercorsa la tragica storia della famiglia di Roberto Ferlicca, presidente del Comitato Vittime Vino al Metanolo, la cui mamma era stata accecata dal metanolo e il fratello Angelo aveva fatto parte delle Brigate Rosse Walter Alasia: "Mia madre Valeria Zardini è morta dopo dieci anni di sofferenze psicologiche e fisiche. Da 35 anni mi batto contro tutti i governanti che si sono succeduti alla guida del nostro Paese. Da loro non abbiamo mai avuto risposte alle nostre giuste richieste. La sua storia si intreccia con quella di mio fratello che, per avere partecipato al sequestro dell’ingegner Sandrucci dell’Alfa Romeo ha pagato con 5 anni di carcere".
Un libro estremamente crudo nel quale vengono messe in evidenza le carenze, le mancanze, le lentezze da parte della magistratura e della politica: "Il Comitato ha chiesto a gran voce i risarcimenti allo Stato Italiano perchè il vino era stato acquistato nei supermercati (nessuno controllava la provenienza e i contenuti) e in quel periodo era stato abbassato il costo dell’alcool metilico, usato impropriamente da quella cantina. Lo Stato aveva allora stanziato 30 miliardi delle vecchie lire per risanare l’immagine del nostro vino nel mondo, ma alle vittime è rimasto solo sulla carta del processo un riconoscimento di un miliardo a vittima. Soldi che nessuno però ha sborsato. Mi riprometto con questa libro di vincere almeno la battaglia di continuare a far parlare di questa storia incredibile, per non dimenticare, per ricordare che la giustizia spesso non esiste". Nato nel 1952, Roberto Ferlicca oltre ad avere scritto diversi libri tra cui il thriller “Nella tana dell’orco“ è anche un apprezzato attore e regista teatrale.