
Grande interesse per l’installazione dell’artista Elend Zyma in collaborazione con i detenuti della casa circondariale di Monza. Obiettivo far riflettere e dare corpo ai numeri dei femminicidi.
Un piccolo esercito di manichini rossi, per l’esattezza 105, tanti quanti le vittime di femminicidio ogni anno in Italia. Un’installazione di forte impatto estetico ed emotivo, quella allestita ieri in piazza Duomo da Elend Zyma: “Donne in rosso“, icone silenziose delle donne e delle loro vite spezzate.
"Ogni manichino – fa osservare l’artista – è un tributo a una donna che non c’è più, ma la cui memoria vive attraverso quest’opera. L’uso dei manichini evidenzia l’anonimato e la deumanizzazione delle vittime di violenza, ma al tempo stesso vuole restituire loro un volto e una presenza".
Il rosso è il colore carico di significati che da subito fa pensare al sangue versato, ma in realtà vuole esaltare la forza, la resilienza e la passione delle donne. Come spiega l’artista, attraverso questa trasformazione, il rosso diventa colore simbolico di vita, speranza e rinascita.
"L’intento – sottolinea Zyma – è far riflettere sull’enorme impatto della violenza e di celebrare il coraggio e la determinazione delle donne". E di fatto l’installazione ha raggiunto il suo intento, richiamando in piazza numerosi visitatori; alcuni leggevano le riflessioni dell’autore, altri si soffermavano in silenzio. Sullo sfondo, una musica per fare pensare. "L’installazione è collocata in uno spazio pubblico d’accordo con l’amministrazione comunale – sottolinea l’artista – per catturare l’attenzione dei passanti e stimolare riflessioni inaspettate. Il posizionamento in luoghi di passaggio quotidiani, come piazze, strade, scuole, università, musei e biblioteche, permette di raggiungere un vasto pubblico e sensibilizzare la comunità sul tema del femminicidio".
Non sono sicuramente rimasti indifferenti i detenuti della Casa circondariale di Monza (diretta da Cosima Buccoliero) che hanno contribuito alla realizzazione dell’installazione, insieme ai ragazzi dell’istituto comprensivo Don Milani di Vimercate (plesso Don Zeno Saltini di Oreno) e a quelli del Centro educativo Carrobiolo (impresa sociale Il Carro) di Monza e agli operatori del Centro aiuto vita di Desio.
Fra i detenuti sono stati coinvolti anche coloro che si sono macchiati di reati ai danni di una donna. Verso di loro, l’obiettivo del gesto artistico proposto da Zyma era di offrire un’opportunità di riflessione sulla violenza di genere e una via per esprimere se stessi, crescere attraverso l’arte, esplorare e comprendere meglio le proprie emozioni e quelle altrui, per promuovere il cambiamento. Obiettivi simili sono stati perseguiti anche dal Centro educativo del Carrobiolo, centro di aggregazione multietnico per ragazzi fragili e a rischio di abbandono scolastico, per farli riflettere sui temi della cittadinanza, della relazione e del rapporto fra uomo e donna.