Nova Milanese (Monza e Brianza) – Grande affluenza e grande commozione per l’ultimo saluto a Giovanna Chinnici, la 63enne di Nova Milanese uccisa a coltellate dal cognato Giuseppe Caputo, mentre stava cercando di difendere la figlia 28enne dall’aggressione dell’uomo. Centinaia le persone che, mercoledì pomeriggio, a una settimana dalla tragedia di via Magellano, si sono affollate dentro e fuori dalla chiesa parrocchiale di Sant’Antonino Martire, nella piazza principale della città.
Parenti, amici, ex colleghi del Comune di Cinisello, i tanti conoscenti dell’Arci di Nova dove teneva i corsi di psicomotricità per bambini. Almeno in trecento a gremire la chiesa, più circa altri duecento fuori. “L’amministrazione, interpretando il dolore e la profonda commozione della famiglia e facendosi portavoce del sentimento della comunità sconvolta dalla tragica scomparsa di Giovanna Chinnici, ha proclamato il lutto cittadino, con bandiere a mezz’asta in tutti i luoghi pubblici”, era stato l’avviso del Comune. E tanti concittadini hanno voluto partecipare al funerale per ringraziare Giovanna “della sua sensibilità, della sua dolcezza, del suo sorriso”. Prima delle esequie sono intervenuti il figlio Ruben (che ha letto anche un ricordo del marito Umberto) e la figlia Greta: “Eri tu la forza trainante della famiglia”, hanno detto. Poi le colleghe del nido di Cinisello e dell’Arci di Nova. “La famiglia è stata la vostra forza – ha detto il prete, don Luigi Caimi, nell’omelia –. Un lutto così potete affrontarlo solo condividendo uniti il vostro dolore”. Alla fine il gruppo di Tai Chi di Giussano che la donna frequentava ha fatto il suo saluto, prima che la salma partisse verso il cimitero. Fra la folla i figli con i palloncini a forma di cuore e un messaggio straziante: “Vi guardo da qui”.
In tanti hanno voluto condividere aneddoti e ricordi, raccontando di un’amica e una madre premurosa, apprezzata per il suo carattere e il suo altruismo. “Giovanna era sempre pronta ad ascoltare e a offrire supporto”, hanno raccontato alcuni partecipanti, evidenziando la sua capacità di creare legami autentici con le persone che la circondavano. La notizia della sua morte ha suscitato una reazione collettiva di incredulità e dolore, mettendo in luce le questioni legate alla violenza domestica e alla necessità di creare un ambiente più sicuro per tutti. La comunità di Nova Milanese si è mobilitata anche in segno di protesta contro tali violenze. Un caso che attende ancora i suoi sviluppi dal punto di vista giudiziario, ma che ha lasciato il segno. Facendo luce su una situazione molto complessa e intricata all’interno della palazzina di via Magellano dove vivevano le famiglie.
E dove mercoledì scorso Caputo, che è ancora ricoverato nella Psichiatria del San Gerardo, ha aggredito la nipote 28enne con un coltello, prima di accanirsi poi contro la cognata con diversi fendenti andati a segno.