STEFANIA TOTARO
Cronaca

Nozze combinate con il cugino. Ora i genitori e il fratello rischiano il “Codice Rosso”

La ragazza si era ribellata confidandosi con i suoi insegnanti e ora vive in una comunità protetta. In attesa del processo si è però aperta un’altra indagine contro i familiari che volevano costringerla

La ragazza si era ribellata confidandosi con i suoi insegnanti e ora vive in una comunità protetta. In attesa del processo si è però aperta un’altra indagine contro i familiari che volevano costringerla.

La ragazza si era ribellata confidandosi con i suoi insegnanti e ora vive in una comunità protetta. In attesa del processo si è però aperta un’altra indagine contro i familiari che volevano costringerla.

Monza – Un’altra indagine su presunti reati da Codice Rosso aperta alla Procura di Monza sui familiari della ragazza pakistana scampata alle nozze combinate grazie all’intuizione delle sue insegnanti di scuola. È quanto emerso ieri all’apertura del processo davanti al Tribunale di Monza che vede i genitori e il fratello maggiore della giovane accusati di tentata induzione al matrimonio. Gli imputati, difesi dall’avvocato Andrea Galli, hanno deciso di venire giudicati con il rito abbreviato, che prevede lo ‘sconto’ di un terzo della pena in caso di condanna, mentre la presunta vittima si è costituito parte civile con l’avvocata Lucilla Tassi il Comune di Seregno, che ha preso in carico la ragazza. Il processo verrà discusso a ottobre. E nel frattempo nei confronti dei familiari della giovane potrebbero arrivare altri guai con la giustizia per reati da Codice Rosso ovvero di violenza di genere.

"Io non sarei riuscita a sottrarmi, avevo tutti contro, anche mia zia che vive a Londra. Mi dispiace per i miei familiari che mi hanno sempre trattato come una principessa e di sottrarmi alla cultura del mio Paese di origine, ma io non accetto un matrimonio combinato". Con queste parole la pakistana 18enne ha descritto ciò che stava vivendo a casa sua a Seregno quando ha cercato di opporsi ai fiori d’arancio forzati con un cugino di 21 anni, che i suoi genitori volevano imporle con la complicità del fratello maggiore. Da quando aveva 13 anni, è emerso, la famiglia della ragazza stava lavorando a questa unione, nonostante lei non fosse d’accordo. "Potrai studiare e fare quello che vorrai, ma solo se sposi lui", le parole dei genitori.

A capire che qualcosa non andava sono state le insegnanti della ragazza, che hanno notato segni di autolesionismo sul suo corpo e hanno allertato i servizi sociali. Il progetto di matrimonio combinato sembrava accantonato fino al 2022, quando il padre si è messo a parlare di preparativi per le nozze e alla giovane sono state prese le misure per l’abito nuziale. A febbraio 2023 una telefonata fra il padre e lo zio in cui lo zio si lamentava dell’ostilità della sua rispettiva figlia all’idea di contrarre a sua volta un matrimonio forzato fa ritornare la 18enne nell’incubo. È in quel momento che la ragazza capisce che, dopo la cugina, la prossima potrebbe essere lei. "Se si oppone chiama me... ci penso io con due colpi. Non importa se vado in carcere" sente dire al padre. La giovane ora si trova in una comunità protetta. La Procura di Monza aveva chiesto l’archiviazione della vicenda, invece la gip monzese Angela Colella ha mandato a processo i familiari.