Monza – La Procura di Monza aggiunge l’ipotesi di indebita compensazione di crediti di imposta al reato di bancarotta fraudolenta e dispone nuovamente il sequestro di tutta la documentazione contabile e dei pc delle società di Davide Erba, indagato in relazione al suo ruolo di editore dello storico bisettimanale Il Cittadino. L’imprenditore 44enne di Biassono, che da un paio d’anni vive a Dubai, aveva già avuto dai pm Carlo Cinque e Marco Giovanni Santini un analogo decreto di perquisizione e sequestro per bancarotta fraudolenta, ma i difensori di Erba, gli avvocati Attilio Villa e Monica Gambirasio, sono riusciti ad ottenerne l’annullamento dal Tribunale del Riesame sostenendo, tra le diverse motivazioni, che non esiste alcuna istanza di fallimento del giornale su cui basare il reato contestato.
Le motivazioni dei giudici sul dissequestro non sono ancora state rese note, ma nel frattempo la Finanza è tornata a eseguire i sequestri a carico della società editrice del giornale e anche delle altre società di Erba, la Midarex srl di componenti elettronici e la Midatronics srl di informatica, sempre con sede a Monza. Ora l’ipotesi di reato, oltre a quella distrattiva del patrimonio sociale de Il Cittadino, è che l’imprenditore abbia posto in essere indebite compensazioni dei crediti di imposta per abbattere il debito tributario con lo Stato ed evitare il fallimento.
Secondo gli inquirenti, emergerebbe "un possibile depauperamento del patrimonio dell’Editoriale Il Cittadino srl" attraverso "condotte distrattive dai conti correnti societari". Bonifici per 195mila euro giustificati come "prestiti infruttiferi" ma "verosimilmente a personale vantaggio" dell’imprenditore che verserebbe "in uno stato di sofferenza finanziaria caratterizzato anche dall’accumulo di debiti verso l’Erario e gli istituti di previdenza sociale".
Altre condotte distrattive "per meri fini personali" sarebbero state attuate "anche a danno delle casse sociali della Midarex attraverso l’acquisto di opere d’arte, orologi di lusso ed immobili all’estero". In più dal 2018 al 2022 cospicue compravendite di criptovalute "non indicate nelle dichiarazioni fiscali"; bonifici per oltre 2 milioni di euro dal conto di una società elvetica operante nel commercio di beni di lusso con la causale che riporta al codice identificativo delle mascherine Ffp2 che nulla c’entrano con l’oggetto sociale della Midarex. Per le Fiamme gialle l’imprenditore di Biassono "parrebbe avere avviato un processo di alienazione globale del suo intero patrimonio societario".