STEFANIA TOTARO
Cronaca

Omicidio del pusher di San Rocco, la difesa contro la condanna: “Erano amici, Gambino va assolto”

L’avvocato è pronto a dare battaglia mercoledì mattina davanti alla prima sezione della Corte di Assise di Appello di Milano per ribaltare la sentenza della Corte di Assise di Monza

Monza – «Giovanni Gambino va assolto perché non c’entra nulla con l’omicidio di Cristian Sebastiano". Ne è convinto l’avvocato Stefano Gerunda, pronto a dare battaglia mercoledì mattina davanti alla prima sezione della Corte di Assise di Appello di Milano per ribaltare la sentenza della Corte di Assise di Monza che ha condannato a 30 anni di reclusione per concorso morale in omicidio volontario e rapina il 45enne tossicodipentente monzese vicino di casa e amico del 42enne Cristian Sebastiano, ucciso il 29 novembre 2020 con una trentina di coltellate da un 14enne e un 15enne, anche loro consumatori abituali di droga, sotto i portici dei palazzi popolari del quartiere San Rocco. E anche rapinato di 5 grammi di cocaina e, forse, mille euro di pensione di invalidità che sapevano avrebbe avuto in tasca per pagare alcuni debiti.

Secondo i giudici monzesi, Giovanni Gambino è stato mandante e istigatore dell’omicidio commesso dai due baby killer, mentre non vi è prova certa che sia stato anche l’autore della telefonata alla vittima da una cabina telefonica il giorno del delitto per prendere l’appuntamento-trappola per la consegna della cocaina. Circostanza che ha fatto cadere l’accusa di concorso materiale nell’omicidio.

Il legale ha presentato ricorso in appello sostenendo che l’omicidio gira tutto intorno al 14enne, che da tempo andava in giro a dire che voleva ammazzare Sebastiano perché lo aveva iniziato al consumo di stupefacenti e addirittura una volta gli aveva venduto cocaina tagliata male, ma con cui aveva anche debiti di droga. Prima di tutto, secondo l’avvocato Gerunda, manca il movente vista l’amicizia tra Cristian Sebastiano e Giovanni Gambino. Lo stesso Gambino si protesta innocente ed è detenuto in carcere a Monza per questa vicenda dall’aprile 2021.