di Stefania Totaro
La Procura di Monza chiama all’interrogatorio il presunto mandante dell’omicidio del pusher ad opera dei due baby killer. E intanto dispone una consulenza tecnica sulle intercettazioni telefoniche e ambientali sull’arrestato, che oggi chiederà al Tribunale del Riesame l’annullamento dell’ordinanza cautelare del Tribunale di Monza e la scarcerazione. È chiamato a rispondere alle domande della pm monzese Sara Mantovani il 19 maggio Giovanni Gambino, il 43enne del quartiere San Rocco ritenuto dagli inquirenti colui che ha commissionato l’assassinio di Christian Sebastiano, pusher 42enne raggiunto il 30 novembre sotto casa da oltre 30 coltellate inferte da un 14enne insieme a un 15enne. Gambino è accusato di avere promesso 2mila euro al 14enne per armarlo contro la vittima. Un castello indiziario respinto dal 43enne.
Il suo difensore, l’avvocata Anna Zottoli, stamattina discute il ricorso presentato al Tribunale del Riesame di Milano per l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare. "Lui non ha pagato minorenni per uccidere. Sono solo voci di quartiere, riferite per sentito dire tra ragazzini", sostiene la legale, che mira a veder cancellare l’accusa di concorso in omicidio volontario e rapina aggravati contestati a Gambino in quanto "concorrente morale, mandante, agevolatore, istigatore e rafforzatore" del proposito omicida. Un’ipotesi che parte dalla testimonianza di una mamma del quartiere, che si è presentata dai carabinieri tre giorni dopo l’assassinio dicendo che i figli avevano saputo da un loro amico che il 14enne arrestato era stato contattato da Gambino per commettere l’omicidio in cambio di denaro. Partendo da questa segnalazione i carabinieri avrebbero raccolto ulteriori elementi convocando in caserma e in Procura diverse famiglie del quartiere per ricostruire i giri dello spaccio. Tra le ipotesi che emergono a favore di Giovanni Gambino, quella di essere stato ‘incastrato’ non solo da voci di quartiere, ma addirittura che a metterle in giro sarebbero state persone a lui vicine per liberarsi di lui facendolo incarcerare.