STEFANIA TOTARO
Cronaca

Omicidio di Nova Milanese, interrogatorio in Psichiatria: i flashback dell’assassino. Oggi i funerali di Giovanna Chinnici

Giuseppe Caputo sull’aggressione: “Avevo un mucchio di persone addosso”. Non esclusa una perizia di mente

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I rilievi dei carabinieri nella palazzina di via Magellano in cui è avvenuto il delitto

Nova Milanese (Monza e Brianza) – La mia vita e quella della mia famiglia erano diventate un inferno e ora mia moglie, che si è ammalata a causa dell’aria fredda che gelava il nostro appartamento per l’impianto di condizionamento installato dagli altri, è in pericolo”. Lo ha ripetuto ancora, anche davanti alla giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Monza Elena Sechi, Giuseppe Caputo, il 62enne di Nova Milanese che una settimana fa ha prima aggredito la nipote che aveva appena parcheggiato l’auto sotto casa, brandendo un coltello a serramanico e ferendola lievemente e poi ha ucciso infierendo con i fendenti sulla cognata, mamma della ragazza, Giovanna Chinnici, 63 anni, intervenuta in difesa della figlia.

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Il 62enne, subito portato in carcere, è stato poi trasferito nel reparto di Psichiatria del San Gerardo per un forte malessere psicologico che aveva fatto saltare l’interrogatorio all’udienza di convalida. Ieri la giudice, dopo essersi confrontata con i medici che hanno aperto la strada alla possibilità di risentire l’indagato, è tornata in Psichiatria ed è riuscita a farsi rispondere alle domande. Sull’aggressione finita in tragedia Caputo ha sostenuto di avere avuto “un mucchio di persone addosso”. Ma secondo il suo difensore, l’avvocata Anna Casiraghi, l’interrogato “era spento, faceva fatica a capire”. La convalida del fermo è già stata decisa e non è escluso che il 62enne possa tornare in carcere. Non è esclusa neanche la richiesta di una perizia psichiatrica sull’uomo che pare avesse già visto una specialista.

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“Continue provocazioni, uno stato di sofferenza e la mancanza di lucidità”, sostiene la legale, dietro questa vicenda. Un’esplosione di violenza dopo anni di continui dissidi tra parenti che abitano nella stessa palazzina in via Magellano, le tre sorelle e la mamma quasi centenaria rimasta vedova. Una serie di dissapori che avevano portato a processi davanti al giudice di pace e a una denuncia presentata da Giuseppe Caputo per un presunto colpo alla nuca, archiviata quando le cognate e i mariti avevano raccontato che lui era caduto a casa della suocera. Poi i dissidi per la nomina di un’amministratore di sostegno all’anziana madre, da cui la moglie di Caputo “si era sentita allontanata”. La legale parla di “persone emarginate, che avevano invano provato a vendere la loro quota della casa e che non hanno altri parenti a cui appoggiarsi”. Intanto oggi alle 15.30 nella chiesa di Sant’Antonino Martire saranno celebrati i funerali di Giovanna Chinnici.