Nova Milanese (Monza e Brianza) – Un uomo lucido, con cui si può parlare di tutto, ma che diventa paranoico, iniziando a ingigantire racconti e circostanze, se il discorso cade sui rapporti con i parenti. Una condizione che lo scorso ottobre l’ha portato prima ad aggredire la nipote che aveva appena parcheggiato l’auto sotto casa, brandendo un coltello a serramanico e ferendola lievemente e poi ad uccidere infierendo con i fendenti sulla cognata, mamma della ragazza, Giovanna Chinnici, 63 anni, che era intervenuta in difesa della figlia. Per la perizia psichiatrica disposta dalla Procura di Monza soffre di una patologia paranoide selettiva il 62enne di Nova Milanese, Giuseppe Caputo, ritenuto totalmente incapace di intendere e di volere al momento dell’omicidio, commesso in una fase “acuta” della sua patologia. L’uomo è considerato anche socialmente pericoloso e per questo la gip del Tribunale di Monza, Elena Sechi, ha disposto che gli venga trovato un posto in una struttura psichiatrica giudiziaria.
“La mia vita e quella della mia famiglia erano diventate un inferno e mia moglie, che si è ammalata a causa dell’aria fredda che gelava il nostro appartamento a causa dell’impianto di condizionamento installato dagli altri, ora è in pericolo”, aveva detto Caputo all’interrogatorio per la convalida dell’arresto eseguito dai carabinieri della Compagnia di Desio. Il 62enne era stato portato prima in carcere,poi trasferito nel reparto di Psichiatria dell’ospedale San Gerardo per un forte malessere psicologico. Ora è tornato dietro le sbarre, dove attende di essere accompagnato in una Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza provvisoria in attesa del giudizio. Pare che Giuseppe Caputo - difeso dall’avvocato Francesco Fontana di Milano - avesse già visto uno specialista. Un’esplosione di violenza dopo anni di continui dissidi tra parenti che abitano nella stessa palazzina in via Magellano, le tre sorelle e la mamma quasi centenaria rimasta vedova. Una serie di dissapori che avevano portato a processi davanti al giudice di pace. Poi i dissidi per la nomina di un amministratore di sostegno all’anziana madre, da cui la moglie di Caputo “si era sentita allontanata”.
Intanto la moglie di Giuseppe Caputo ha ricevuto il divieto di dimora nel Comune di Nova Milanese e di avvicinamento ai famigliari. Il provvedimento, che è stato emesso dal Tribunale di Monza, nasce perché la Procura monzese ha raccolto gravi indizi di colpevolezza relativi ad alcuni atti persecutori che la 59enne avrebbe avuto nei confronti della sorella Giovanna Chinnici e della sua famiglia. La donna li avrebbe infatti molestati e minacciati più volte. Gli episodi sarebbero iniziati a ottobre 2023 e sono poi culminati con l’omicidio della 63enne ad opera del cognato. Il figlio della coppia è invece rimasto nell’abitazione famigliare.