SONIA RONCONI
Cronaca

Omicidio Nova Milanese, quella convivenza difficile di 3 famiglie: “Spesso liti e grida, ma non pensavamo si arrivasse a uccidere”

Giuseppe Caputo minaccia la nipote e accoltella a morte la cognata, Giovanna Chinnici. Una violenza esplosa all’improvviso dopo anni di tensioni. Lo choc dei residenti

Omicidio a Nova Milanese, uccisa Giovanni Chinnici (a sinistra)

Omicidio a Nova Milanese, uccisa Giovanni Chinnici (a sinistra)

Nova Milanese (Monza Brianza) – Alle 17.30 l’ingresso della via Ferdinando Magellano era già stato chiuso dai carabinieri di Nova Milanese. La via è nel rione Grugnotorto al civico 6, c’è una casa su tre piani beige con infissi rossi. E ci vivono la mamma anziana e le tre figlie con le rispettive famiglie: loro sono i Chinnici. Tre famiglie e l’abitazione della nonna.

E’ qui che Giovanna Chinnici, 63 anni, è stata accoltellata a morte dal cognato, Giuseppe Caputo, 62 anni, durante la lite per il parcheggio auto negli spazi comuni, dopo che l’uomo aveva minacciato la nipote, figlia di Giovanna. 

Una zona tranquilla. Infatti, nella via ci sono poche case e uscendo c’è un parco.”Io li conoscevo di vista, parlavo con la madre anziana - spiega una signora -. Quello che si sa è che erano abbastanza litigiosi. Vivendo insieme la convivenza è difficile, ma chi va a pensare a un atto del genere? È tremendo”. I residenti non potevano entrare con le proprie auto, nel pomeriggio. “Io risiedo in fondo a questa strada, ma onestamente - spiega un padre con la figlioletta - non saprei dire quanti sono e non li conosco. Sono comunque addolorato per quanto è accaduto”. Poche persone sono transitate nel pomeriggio, se non qualcuno che correva nel parco e si avvicinava per capire cosa fosse accaduto.

Una signora racconta la sua: “Questa è una via con poche case, eppure ci si conosceva a malapena. So che in quella casa vive una grande famiglia, per altro, ogni tanto si sentivano gridare. Ma arrivare a un fatto così grave mi pare un’assurdità. C’è da avere paura al giorno d’oggi. Se ne sentono di tutti i colori, non guardo più il telegiornale e poi dietro casa ammazzano una persona. Non è possibile”. “Era una famiglia alquanto litigiosa - aggiunge dopo un attimo di riflessione -. Erano almeno una decida di anni che erano venuti a vivere tutti qua. Poi la nonna è rimasta vedova. E loro non vanno d’accordo. Ma chi va a pensare che un famigliare può arrivare a tanto?”. E ancora, si lascia sfuggire una riflessione: “Figlie, mariti, nipoti e una nonna... Invece di essere contenti di stare tutti insieme, guarda cosa può succedere? Non ci sono parole. Mi dispiace per la vittima. Non riesco ancora a credere che un mio vicino di casa possa avere compiuto un atto simile”.

Intanto i carabinieri della Compagnia di Desio e del Nucleo Investigativo di Monza continuano a lavorare alacremente, avvicinandosi ogni tanto al nastro bianco e rosso che delineava il punto di stop, per fermare chi voleva entrare. Neppure i residenti con la propria automobile potevano passare. Si poteva transitare soltanto a piedi e dimostrando documenti alla mano di essere un residente. Al lavoro anche gli uomini della Scientifica con tuta bianca per i rilievi nell’abitazione.

Per tutta la giornata i carabinieri hanno sentito tutti i possibili testimoni di quanto accaduto per ricostruire con precisione i fatti. Bisogna ad esempio chiarire se il presunto omicida sia rientrato in casa dopo la prima parte del litigio con la giovane nipote a procurarsi il coltello, sembra da cucina, utilizzato per ferirla e poi per ucciderne la madre intervenuta in sua difesa. In questo caso, oltre all’accusa di omicidio volontario potrebbe scattare anche l’aggravante della premeditazione. Da chiarire poi la portata delle liti che intercorrevano da tempo fra le persone coinvolte. Alcuni dei vicini raccontano di querele e controquerele e addirittura di una denuncia per stalking condominiale.