
5 - Briosco, la tragedia di Cristian ed Elena: tentato omicidio e suicidio
Briosco (Monza), 22 aprile 2016 - Era finita, tra Cristian Redaelli ed Elena Di Rienzo. Lei aveva pochi giorni prima firmato il rogito per la nuova casa, sempre a Briosco. E aveva passato il weekend a fare il trasloco, da sola, con le sue forze. Stavano anche cercando di trovare una soluzione per la gestione dei figli, ipotizzavano di tenerli tre giorni per ciascuno. Figli, un maschietto di 4 anni e una bimba di appena 2, che erano qui e non in vacanza con i genitori di lei alle Canarie, come emerso inizialmente, forse proprio per una tutela nei loro confronti. Adesso è finita davvero, per lui: il volo dal «ponte dei suicidi» come è drammaticamente ribattezzato quello di Realdino sul Lambro, a Carate Brianza, non gli ha lasciato scampo. Per lei, invece, c’è ancora speranza: colpita con una mazzetta più volte alla testa dal suo compagno, è al San Gerardo di Monza, dove è stata trasportata d’urgenza appena il suocero l’ha trovata priva di sensi nel garage della villetta in via Medici 27. I medici hanno prima verificato la condizione di coma, poi l’hanno sottoposta a un delicatissimo intervento alla testa. Che è riuscito. È stata quindi portata nel reparto di terapia intensiva, dove la prognosi resta riservata.
C’è comunque una fiammella di speranza, perché possa riprendersi. Le prossime ore, i prossimi giorni, saranno probabilmente decisivi per capire se potrà farcela e in quali condizioni tornerà. Ieri sera, con il primo volo disponibile preso, i due genitori dovrebbero essere riusciti a fare rientro a casa, per stare vicino a lei e ai nipotini.«Le ripetevo sempre, stai attenta! Stai attenta! - racconta una amica, nel bar di Seregno dove faceva colazione tutte le mattine, prima di portare il figlio alla materna – chi tiene tutto dentro e sembra tranquillo, poi può avere reazioni improvvise, folli».
E così è stato con i colpi di mazzetta (non è ancora chiaro quanti) che hanno centrato Elena in testa, prima del volo dal ponte. E di una tragedia che ha distrutto una famiglia e sconvolto l’intera Brianza. I carabinieri di Seregno e di Monza stanno cercando di ricostruire con precisione la dinamica di quanto successo. Luogo dell’aggressione il garage che Cristian utilizzava anche come magazzino per i materiali che gli servivano per la sua attività di decoratore e imbianchino, ereditata dal padre. Arma, una mazzetta da muratore, posta sotto sequestro. Il primo ad accorgersi, il padre di Cristian, che ha sentito le urla, ha trovato lei per terra e, con la coda dell’occhio, ha visto lui allontanarsi in auto. Dai primi accertamenti pare che la separazione tra i due – che non erano sposati ma convivevano da diversi anni – stesse avvenendo in maniera discretamente serena. Senza troppi picchi di tensione. Lui, però, non la stava digerendo. Non riusciva a farsene una ragione, a darsi pace. E la calma apparente è sfociata poi nel raptus di follia che ha colto l’artigiano 43enne, intorno alle 17.30 di mercoledì.