REDAZIONE MONZA BRIANZA

Giussano, oltre due milioni di lavori per un ospedale che deve chiudere

Pubblicati i bandi per la ristrutturazione del nosocomio di via Milano su cui pende la scure della chiusura di Laura Ballabio

Ospedale (Foto di repertorio)

Giussano, 6 novembre 2014 - Sulla testa dell’ospedale Borella di Giussano pende la scure della chiusura. Ma gli appalti per la messa in sicurezza dell’ospedale giussanesi sono stati pubblicati. Un terno al lotto sulla ruota di Giussano per le aziende che vorranno partecipare alla gara d’appalto. Entro il prossimo 12 di dicembre scade infatti la possibilità per le aziende di presentare l’offerta per partecipare ai lavori di messa in sicurezza dello stabile di via Milano. Si tratta del primo passo del progetto che dovrebbe portare a Carate Brianza, nell’ospedale intitolato a Vittorio Emanuele III, il presidio generale, con il pronto soccorso e tutte le unità di cura e i reparti per la degenza. E all’ospedale di Giussano, che diventerebbe un polo specializzato per le nascite. Un progetto che ha compiuto il primo step con i lavori al pronto soccorso di Carate Brianza, partiti la scorsa primavera. Il secondo era quello che appunto riguardava Giussano con le opere per la messa in sicurezza e gli adeguamenti normativi.

Nel bando pubblicato sul sito dell’Azienda Ospedaliera di Desio e Vimercate, sono stati stanziati 2 milioni 400mila euro (più Iva) per l’esecuzione dei lavori, a cui vanno aggiunti 98mila euro per la sicurezza e altri 68mila per la progettazione, per un totale di oltre 2 milioni 566mila euro. Ma il taglio di fondi crea il paradosso: lavori su un ospedale che dovrebbe chiudere. Sui 730 milioni di tagli alla sanità decisi dal Pirellone, dopo il taglio di 930 milioni stabilito in finanziaria, in Brianza a finire nel mirino è l’ospedale Borella di Giussano. Eppure, solo fino a tre anni fa, era un polo d’eccellenza per l’ortopedia. A far diventare il Borella un ospedale a mezzo servizio proprio il piano per la creazione del Polo Materno-Infantile che ha portato la maggior parte dei reparti, (ultimo in ordine di tempo la Cardiologia passata a Carate solo a metà ottobre), a trasferirsi.