BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Ospedale San Gerardo, più di 5 ore per prenotare una visita: pazienti in rivolta

Sino a 340 utenti in coda dopo il cambio dei sistemi informatici al Cup. Il direttore Casazza: "Siamo al lavoro per risolvere. Chiedo scusa a tutti"

Un tabellone del Cup del San Gerardo

Monza, 5 luglio – " Attese di ore, "anche più di 5" per prenotare una visita: pazienti in rivolta al San Gerardo di Monza.

Avvio di luglio nero per il Cup del neonato Irccs che corre ai ripari, oggi gli sportelli aperti sono 19 con un calo fisiologico a 13 durante la pausa pranzo, “ma ieri nel momento clou erano 4 su 26, poi nel pomeriggio sono aumentati”, dicono inferociti gli utenti che sventolano i biglietti staccati al totem: 340 persone in coda, "carta canta, non servono molte parole per commentare”, dice Marco Fumagalli, ex consigliere regionale dei 5Stelle che si fa interprete della protesta: "File fuori da ogni parametro accettabile per fissare prestazioni che magari saranno garantite tra un anno, peggio di così”.

Il direttore generale Silvano Casazza spiega che “l'afflusso al Centro unico di prenotazione ha raggiunto livelli record, +33% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. La promozione a Istituto universitario ha fatto aumentare la nostra attrattività insieme all'offerta che abbiamo ampliato proprio per abbattere le liste d'attesa”. Sembra un controsenso, “ma è così: siamo di fronte all'effetto di due cambiamenti”.

Il problema va avanti da giorni, “abbiamo dovuto aggiornare i sistemi informatici del Cup, - aggiunge il dg - siamo stati gli ultimi in Lombardia e non potevamo più rimandare, i nostri computer devono poter 'dialogare' con il resto della Regione, o saremmo rimasti tagliati fuori. Ieri si è aggiunto anche un blocco del cervellone centrale, il Siss, che ci ha costretti a inserire a mano ogni singolo esame del sangue, per ogni impegnativa ci sono fino a otto richieste”.

“Non possiamo obbligare le persone a tour de force del genere per far valere il diritto alla salute – ribatte Fumagalli - se mancano gli impiegati, assumiamoli. Basta tagliare l'inutile Ats Monza e

girare le risorse dove servono, cioè qui. Alla gente non importa nulla dei programmi dei pc”. “Davanti a tante persone che aspettavano il proprio turno gli operatori sono andati a gruppetti in pausa caffè - racconta Roberta Maggioni, una delle pazienti che si è lamentata del trattamento ricevuto – nessuno vuole negare i diritti dei lavoratori, ma credo che davanti a una scena simile, proprio per la sua eccezionalità, servirebbe un po' più di senso di responsabilità e anche un briciolo di umanità. In coda c'erano anziani e disabili che hanno trascorso la giornata lì. La rabbia è doppia davanti all'attesa dei malati che pagano: 17 minuti, ho staccato personalmente il biglietto. Gli sportelli per i 'solventi' erano due. La flessibilità non può essere solo da una parte, qualche volta deve darne prova anche chi ha il potere di cambiare le cose”. Casazza chiede “scusa a tutti” e assicura che l'intera organizzazione è al lavoro "per risolvere”.