di Dario Crippa
Ha fatto uno sciopero della fame lungo venti giorni. Ha fatto presidi “in solitaria” al gelo davanti all’ospedale. Ha scritto, ha incontrato, ha viaggiato avanti e indietro da Roma, parlando con politici di ogni schieramento. E alla fine ce l’ha fatta.
L’altra notte, in Commissione Affari Costituzionali al Senato, "si è conclusa una battaglia durata mesi per ripristinare un diritto". È stato approvato un emendamento relativo all’accesso dei parenti nei reparti di degenza ospedaliera che, dopo i passaggi in Senato e alla Camera nei prossimi giorni, "diventerà finalmente legge". L’emendamento, presentato da Italia Viva su continua sollecitazione dell’associazione monzese Salvagente Italia, "ha l’obiettivo di regolamentare gli accessi ai parenti dei degenti in strutture ospedaliere, Rsa, Rsd e sale parto, togliendo la discrezionalità ai direttori sanitari di poter chiudere le visite". Dal 10 marzo sarà garantito in tutta Italia un accesso giornaliero in reparto, senza possibilità da parte dei direttori sanitari di impedirlo, con queste condizioni: completamento del ciclo vaccinale primario più guarigione (con tampone negativo); completamento del ciclo vaccinale primario più dose booster (senza la necessità del tampone). La visita non potrà durare meno di 45 minuti. La questione della riapertura dei reparti ospedalieri era stata portata avanti nei mesi da Salvagente Italia, che aveva convinto Italia Viva ad appoggiarne le istanze e aveva contribuito alla preparazione dell’emendamento con un proprio legale. "Salvagente Italia in questa battaglia si è avvalsa di esperti del settore, tra i quali il professor Alberto Giannini, primario della Terapia intensiva pediatrica degli Spedali Civili di Brescia, il professor Paolo Malacarne, ex primario della Terapia intensiva dell’ospedale Cisanello di Pisa, e l’avvocata Valentina Starinieri, consulente legale dell’Associazione per questa battaglia". Numeri e dati alla mano, era stato dimostrato "il non senso di vietare le visite ai parenti e allo stesso tempo i benefici di questa pratica, che si ribadisce non è una concessione ma il riconoscimento di un diritto". "Devo ringraziare in primis la presidente Commissione Sanità del Senato onorevole Annamaria Parente e l’onorevole Lisa Noja. Senza di loro non avremmo vinto questa Battaglia di civiltà - ha dichiarato il Damasco -: abbiamo parlato di diritti e di umanità. Grazie alla forte pressione esercitata sul tema, il Governo ha deciso di trasformare questo in realtà, togliendo da una sofferenza immane migliaia di parenti e di degenti. Stare accanto a un proprio caro in un momento delicato come un ricovero è un diritto inalienabile. L’amore è cura, aiuta nel processo di guarigione". Ci sono tante persone che in questi mesi hanno sofferto senza poter vedere i propri cari una volta ricoverati. Ora non accadrà più.