DARIO CRIPPA
Cronaca

Osteria di Monza travolta dall’odio social, il gestore: “La gente insulta prima di leggere. Lucarelli? Fa il suo lavoro”

Intervista al proprietario del locale vittima, per omonimia, di un’ondata di recensioni negative: “Il mondo online può fare tanti danni”

Emiliano Genoncelli gestisce l'Osteria del Cavolo di Monza da vent'anni

“Mai fatto pagare per il piattino di condivisione. Anzi, solitamente proponiamo noi la formula del piatto centrale al tavolo in condivisione in modo che il cliente possa assaggiare più portate”. Emiliano Genoncelli è sconcertato. Ritrovarsi al centro della bufera subissato di recensioni negative, insultato per un ristorante additato al pubblico ludibrio e con cui condivide soltanto il nome, è stato davvero sconcertante.

Tutto è cominciato qualche giorno fa, quando Selvaggia Lucarelli, nota giornalista e influencer, ha pubblicato sul proprio profilo Instagram lo scontrino di un ristorante in Liguria che aveva addebitato a una madre i 2 euro per un piattino vuoto in cui far assaggiare le trofie al pesto alla figlia di tre anni.

Apriti cielo, fiumi di commenti negativi ai limiti e oltre dell’insulto avevano inondato il web. Il problema è che a finire nel mirino inconsapevolmente era stato un ristorante di Monza, che ha lo stesso nome di quello preso di mira da Selvaggia Lucarelli: l’Osteria del Cavolo. “Ma noi non c’entravamo nulla” racconta il titolare. "Eravamo già in vacanza, siamo chiusi per ferie fino al 23 agosto quando hanno cominciato a piovere su di noi recensioni negative a raffica”.

E insulti.

“Ladri, vergognatevi e cose così. Proprio non me lo aspettavo. Il nostro ristorante esiste a Monza da 22 anni”.

Solo omonimia con quello di Finale Ligure al centro delle polemiche?

“Esatto…. Allora ho scritto di getto un post sul sito del nostro ristorante per spiegarlo. Eppure la gente ha continuato imperterrita, rispondeva alle mie parole...”

Sconfortante…

“Molta gente si ferma alle prime righe, basta poco per decidere di esprimersi e schierarsi”.

È il guaio delle recensioni online.

“A volte possono fare danni a chi lavora seriamente, è il mondo social, molta gente pensa si trovarsi a dover combattere una battaglia per la giustizia senza nemmeno prendersi la briga di leggere oltre le prime due righe”.

E Selvaggia Lucarelli?

“Non ce l’abbiamo con lei, si può essere d’accordo o meno con quello che scrive ma fa il suo lavoro. Anzi, le ho scritto e mi ha subito risposto”.

E cosa le ha detto?

“Mi ha scritto che ‘la gente è tonta, provvedo subito. Mi spiace’…”.

La vostra storia?

“Il locale fu aperto 22 anni fa da una coppia, una bella storia: lei monzese, esperta di gioielli, il marito americano. La signora Giulia voleva a tutti i costi provare ad aprire un ristorante e ha insistito così tanto che alla fine il marito per estenuazione l’ha accontentata… anche il nome Osteria del Cavolo deriva da questo… esplose con la frase: ”…e facciamola questa Osteria del Cavolo!”. Direi che ha portato fortuna”.

Dopo due anni…

“Sono subentrato io, fare ristorazione è molto faticoso…. so origini milanesi, cremonesi e della Valtellina: ma ormai sono monzese di adozione da quando sono arrivati in Vicolo dei Molini col nostro ristorante. Lavoriamo da vent’anni… e ci siamo fatti un nostro nome: siamo stati segnalati dal Gambero Rosso e da altri media. Ce la caviamo bene”.

Tutta questa bufera?

“Spero che nel giro di qualche giorno venga dimenticata e si sgonfi… anche perché ci sono dieci famiglie che dipendono dal nostro ristorante. Abbiamo già invitato Selvaggia Lucarelli: se vorrà venire a conoscerci di persona le mostreremo il nostro ristorante volentieri”.