GUALFRIDO GALIMBERTI
Cronaca

Nostalgia degli anni Ottanta, a Seregno sono tornati la signora El Charro e i Paninari, ma ora hanno cinquant’anni. “I social? Era meglio il muretto”

Nel bar del gruppo di appassionati c’era anche Claudia Rota, titolare del mitico marchio di cinture Ed è spuntato anche il numero di una rivista che vuole far rivivere moda e stile di vita “troppo giusti“

Le riviste dedicate ai Paninari A destra, Claudia Rota di El Charro

Le riviste dedicate ai Paninari A destra, Claudia Rota di El Charro

Per quello di Seregno erano in tutto 110 i posti prenotati: un’ottantina all’interno e 30 nel dehor. «Amici che arrivano da ogni dove – spiega Bongiovanni –. Qualcuno dell’Emilia-Romagna si è tirato indietro dopo il maltempo. Il 9 novembre a Milano ci sarà il ritrovo nazionale. Speriamo che possano essere presenti». I Paninari di oggi sono divisi in gruppi. A Seregno ieri i Paninari La Company, il gruppo più numeroso d’Italia e, probabilmente, anche il più attivo. Poi, in modo spontaneo, è nata anche l’idea di aggiungere altri momenti. Bongiovanni ha messo a disposizione il suo locale: primo ritrovo lo scorso aprile, ora il bis con un altro aperitivo. «Nulla di particolare in programma – racconta il padrone di casa –, solo allegria e musica di allora in sottofondo». «Non mancano i marchi di allora in mostra – aggiunge Bruno Faia –, outfit rigorosamente giusto. Il Paninaro è uno che ama mettere in mostra. Altruista, ma spocchioso». Ed è spuntata anche una rivista, al momento al numero zero, ma che presto potrebbe finire in edicola.

Si chiama “Paninari“, è stata creata da Luciano Costarelli, presente all’aperitivo: «Serve per rivivere i tempi di allora – commenta – tra storia, approfondimenti, testimonianze e curiosità». A proposito di vecchi marchi: all’incontro non ha voluto mancare Claudia Rota, titolare del mitico marchio El Charro. «Facciamo ancora cinture con grosse fibbie, portafogli. Per l’azienda, nata 50 anni fa, è bello esserci a questi revival. Ho accolto con piacere l’invito degli amici di Seregno. Il nostro marchio va ancora, è cercato dai cinquantenni, ma anche dai giovani che hanno scoperto il mondo dei Paninari dai racconti dei genitori. Erano bei tempi: ora manca la convivialità di allora, non può essere sostituita dai social network e dalla tecnologia. È la spontaneità che fa sopravvivere i Paninari e che spinge molti oggi ad avvicinarsi a questo fenomeno che ha ancora tanto da insegnare».