PAOLO GALLIANI
Cronaca

Pasqua e prezzi alle stelle. Colomba sulle ali della fantasia ma attenzione al portafogli

Dalle amarene alle erbe, il dolce della festa proposto in tutte le salse da fornai e pasticcieri. Il costo della tradizione arriva a 60 euro, meglio la pizza pasquale umbra (25 al chilo) o la pastiera (30).

Dalle amarene alle erbe, il dolce della festa proposto in tutte le salse da fornai e pasticcieri. Il costo della tradizione arriva a 60 euro, meglio la pizza pasquale umbra (25 al chilo) o la pastiera (30).

Dalle amarene alle erbe, il dolce della festa proposto in tutte le salse da fornai e pasticcieri. Il costo della tradizione arriva a 60 euro, meglio la pizza pasquale umbra (25 al chilo) o la pastiera (30).

Fare di una nota dolente l’incipit di un viaggio tra le tendenze della pasticceria a ridosso delle feste pasquali è un po’ da masochisti. Ma è solo realismo: nel mondo dell’arte bianca è drammaticamente aumentato tutto, in primo luogo è lievitato il costo di ingredienti come le uova e il cioccolato. E non è quindi una sorpresa che il prezzo della colomba sia sensibilmente cresciuto rispetto al recente passato. Tant’è. È una considerazione che non sembra comunque destinata a raffreddare il consumo di questo popolarissimo lievitato. E allora, niente di meglio di uno sweet tour tra i migliori pasticcieri e fornai del Monzese. Cominciando da Giussano, certificata capitale in materia di impasti e dolci. Come sempre, abbondano le prelibatezze in casa Verga. E nei prossimi giorni a intercettare l’interesse dei brianzoli, oltre alla classica (40 euro), ci saranno la colomba con l’intero impasto al cioccolato ingentilito con albicocche a pezzetti (42 euro) e quella al limone, all’ananas e al fantastico mandarino siciliano di Ciaculli proposto con piccole listelle di buccia candita (sempre 42 euro al chilo). Ovvio, tra i banchi di via Catalani 110 non mancheranno le uova pasquali, ma anche la pastiera (30 euro al chilo), dolce del Napoletano che sembra godere di un sorprendente successo nella terra di mezzo tra Seveso e Lambro. Poco lontano, Cosmo, altra pasticceria eccellente, si prenderà ancora una volta la scena con i suoi bijoux golosi: l’intramontabile colomba tradizionale (40 euro); quella alle fragoline semicandite e alla crema di pistacchio da abbinare al lievitato con un apposito sac à poche. E quella non meno gettonata al cioccolato bianco e alle amarene (entrambe a 42 euro). Anche qui, in grande spolvero la pastiera, peraltro proposta da Roberto Cosmo con il riso cotto nel latte al posto del grano.

A Monza, strana la versione della “classica” proposta da “Il Dolce Cortile” con la pera semicandita al posto dell’arancia (40 euro). Giocoso anche il lievitato pasquale della Pasticceria Vecchia Brianza di Sovico con la crema spalmabile al pistacchio da aggiungere sapientemente a parte (46 euro al chilo). Citazione dovuta per Giancarlo Morelli, iconico chef del Pomiroeu di Seregno che per celebrare la Pasqua ha creato un’esclusiva Colomba da 45 euro inserendo nell’impasto soffice e profumato un tocco di “Gin Gian” ottenuto dalla distillazione di 19 erbe botaniche. Ma anche per Fabio Silva che a Monza guida la cucina del Derby Grill all’Hotel de la Ville e che al pranzo di Pasqua proporrà la colomba artigianale alle albicocche del Vesuvio e zenzero. In città sta facendosi apprezzare il bravo Alessandro Comaschi che nella pasticceria Pac avviata con Giuseppe Spata onorerà la Pasqua con un alcune colombe sorprendenti come la sontuosa “Classica decorata” (60 euro) e quella alle amarene e alla crema di pistacchio (45 euro).

Sempre nel capoluogo, a prendersi la scena sarà Adriano Del Mastro, maestro del lievito madre e degli impasti, con la colomba tradizionale e quella al cioccolato (entrambe a 50 euro), la pizza pasquale al formaggio d’ispirazione umbra (25 al chilo) e la deliziosa pastiera al farro (40 euro). Infine, riflettori puntati su Corrado Scaglione, visionario patron del “Cerere L’Atelier del Pane”, rinomata bakery alla Canonica di Triuggio, che per Pasqua ha pensato bene di presentare la “classica” a 35 euro e quella con limone, cioccolato e pistacchio a 37, puntando su una pagnotta semi-integrale da 6-700 grammi (costo: 20 euro al chilo) con tartufo nero toscano e con scimudin, formaggio fresco e a pasta molle dell’Alta Valtellina. Pensiero nemmeno tanto occulto: un pane da portare a tavola che abbandona la sua abituale funzione di “alimento destinato ad accompagnare le pietanze” per diventare una delizia in sé.