
Il tribunale di Monza
Seregno (Monza), 20 luglio 2019 - Fiocca una raffica di prescrizioni al processo per le patenti di guida “facili”. Il Tribunale di Monza ieri ha chiuso con un non doversi procedere per prescrizione del reato il dibattimento nei confronti di quasi tutti i 108 imputati a vario titolo di associazione per delinquere, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e falsità ideologica.
In gran parte titolari di patenti di guida di nazionalità straniera ritenuti beneficiari del sistema per ottenere una “scorciatoia” sul conseguimento del documento. L’inchiesta della Procura di Monza, sfociata poi nell’operazione “Easy driver” dei carabinieri delle Compagnie di Seregno e Sesto San Giovanni, aveva coinvolto anche funzionari, con compiti di esaminatori, della Motorizzazione civile di Monza e Milano e titolari e gestori di autoscuole attive nell’hinterland milanese e anche in Brianza.
Per questo scandalo 12 persone sono già state condannate con il rito abbreviato a pene fino ai 6 anni di reclusione o hanno patteggiato una pena di 1 anno e mezzo di reclusione e si sono viste confiscare dal giudice complessivamente circa 70mila euro, mentre in un secondo momento erano stati rinviati a giudizio oltre un centinaio di acquirenti di patenti a loro volta imputati.
Il dibattimento, cancellato dal colpo di spugna della prescrizione, resta ancora aperto per un paio di posizioni relative a titolari di scuole guida. Ma anche per loro la prescrizione ormai incombe. L'indagine dei carabinieri, iniziata nel lontano maggio del 2011, ha permesso di smascherare il sistema che, con la complicità dei funzionari delle Motorizzazioni civili e delle autoscuole coinvolte, consentiva ad alcuni candidati, soprattutto stranieri, di conseguire la patente di guida senza sostenere un vero esame. Risposte suggerite e test compilati da altri garantivano, dietro il pagamento di cifre tra i 1.000 e i 4.500 euro, di conseguire la patente senza problemi.
Ad accorgersene erano stati i carabinieri quando, durante i controlli alla circolazione, si erano trovati di fronte automobilisti che a malapena comprendevano e parlavano la lingue italiana e invece risultava che avevano brillantemente superato l’esame per la patente di guida. Erano partiti gli accertamenti, che avevano aperto lo squarcio sul sistema di funzionari e titolari di autoscuole compiacenti. Alcuni di loro sono stati in seguito anche assolti.